Le sconfitte sul campo pesano. Le vecchie certezze vacillano. I toni cambiano e le granitiche certezze iniziali cominciano a incrinarsi. Come già nel colloquio col collega cinese, Xi Jinping, Vladimir Putin, ha riconosciuto le “preoccupazioni” dell’India per il conflitto in Ucraina incontrando il premier Narendra Modi, a margine del vertice Sco a Samarcanda. “Conosco la tua posizione sul conflitto in Ucraina, le tue preoccupazioni che esprimi costantemente. Faremo di tutto per garantire che finisca il prima possibile. Sfortunatamente, la leadership dell’Ucraina ha annunciato il suo rifiuto di negoziare e ha annunciato che vuole raggiungere i suoi obiettivi con mezzi militari, come si suol dire, sul campo di battaglia”, ha detto Putin, assicurando Modi di tenerlo “informato su quanto accade lì”.

Poche ore dopo ecco la correzione di tiro: Mosca ha dato finora una risposta contenuta ai “tentativi dell’Ucraina di danneggiare le infrastrutture russe, ma la risposta sarà più seria se essi continueranno”, dice Putin, citato dalle agenzie russe. Il presidente russo fa riferimento agli “attacchi terroristici alle centrali nucleari russe”, precisando che Mosca “farà tutto per prevenire” tali azioni. Inoltre, aggiunge che il piano per l’operazione militare speciale in Ucraina “non subirà correzioni”. E poi un cavallo di battaglia dello zar: l’attacco all’Occidente. Per decenni “l’Occidente ha coltivato l’idea di un collasso della Russia”. Mosca, quindi, ha lanciato l’operazione militare speciale in Ucraina per impedire che venisse creata una enclave “da usare per fare vacillare” la stessa Russia, sentenzia Putin, citato dalla Tass.

Da Mosca a Washington. L’Amministrazione Biden, scrive il Washington Post, prevede mesi di combattimenti intensi, di vittorie e sconfitte per entrambe le parti. Un periodo di scontri intensi per tutto l’autunno, con entrambe le parti che tentano di arrivare nella miglior posizione possibile prima che l’inverno complichi tutto in quella che è una guerra con conseguenze globali. I funzionari Usa prevedono una traiettoria “non lineare” della guerra. Finora gli Stati Uniti hanno assicurato all’Ucraina aiuti per la sicurezza per 15 miliardi di dollari. Il giornale scrive di una strategia Usa che cerca di tenere insieme il sostegno internazionale e di espandere gli aiuti militari americani senza armi ancor più pensati nell’immediato per evitare una guerra più ampia, mentre appare remota la possibilità di un negoziato per fermare i combattimenti e l’obiettivo Usa resta aiutare le forze di Kiev ad avanzare per rafforzare la posizione dell’Ucraina in caso di difficili trattative, complicate per Volodymyr Zelensky perché anche dopo i denunciati abusi l’opinione pubblica ucraina è sempre più contraria a eventuali concessioni e Mosca resta inaffidabile.

Dalle schermaglie dialettiche all’orrore quotidiano di una guerra giunta al 205simo giorno. Diversi corpi trovati nel sito della fossa comune di Izyum avevano corde intorno al collo e le mani legate, secondo quanto riportato sul sito della Reuters. Una circostanza che fa pensare che potrebbero non essere rimasti uccisi in bombardamenti e attacchi aerei. Ma anche segni di tortura sono stati rinvenuti su alcuni dei cadaveri. Lo ha detto a Radio Liberty il commissario della Verkhovna Rada per i diritti umani, Dmitry Lubinets, secondo cui alcuni cadaveri sono stati rinvenuti “con le mani legate” e sono stati uccisi “ a bruciapelo”. Lubinets ha denunciato che nella fossa comune sono state sepolte “intere famiglie, comprese quelle con bambini”. Più di 400 corpi sono stati trovati in una fossa comune a Izyum. Con segni di tortura, fra questi bambini, alcuni vittime di attacchi missilistici, combattenti delle forze armate ucraine”. Lo ha scritto su Telegram Volodymyr Zelensky, aggiungendo che “la Russia lascia solo morte e sofferenza dietro di sé. Non scapperete. Non riuscirete a nascondervi. La punizione sarà giustamente terribile”. Al messaggio Zelensky ha allegato le foto dell’esumazione dei corpi che è iniziata ieri. “Il mondo intero dovrebbe vederlo — ha precisato —. Un mondo in cui non dovrebbero esserci crudeltà e terrorismo. Ma tutto questo è lì. E il suo nome è Russia”.

Di guerra e sanzioni è tornato a parlare Mario Draghi. “Le sanzioni funzionano. Bisogna capire questo, altrimenti non si capirebbero certi comportamenti recenti del presidente Putin e bisogna continuare su quel fronte. E continuare sul fronte di sostegno all’Ucraina per la guerra di liberazione da chi ha invaso il paese. Questa è stata la linea del mio governo. All’interno del centrodestra ci sono tanti punti di vista. Quello di Salvini prevale? Non lo posso dire questo. È una visione (quella di Salvini ndr) che il governo attuale non condivide”. Così il presidente del Consiglio durante una conferenza stampa a Palazzo Chigi. “Bisogna continuare sul fronte delle sanzioni” contro la Russia, “questa è la linea politica che il governo ha seguito. E bisogna continuare con il sostegno all’Ucraina fino a che non vinca la guerra di liberazione perché tale è, da chi ha invaso il suo Paese”.

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Esperto di Medio Oriente e Islam segue da un quarto di secolo la politica estera italiana e in particolare tutte le vicende riguardanti il Medio Oriente.