La latitanza di Matteo Messina Denaro, durata ben 30 anni, continua ad arricchirsi di particolari inquietanti. Il padrino di Castelvetrano girava quasi da uomo libero, frequentava bar, utilizzava, sotto falsa identità, un cellulare. E proprio nelle chat con alcune pazienti conosciute durante la terapia oncologica alla clinica La Maddalena di Palermo, dove è stato poi arrestato dai carabinieri del Ros, l’ultimo boss stragista di Cosa Nostra rivolge offese e insulti alla memoria del giudice Giovanni Falcone, ucciso a Capaci, insieme alla moglie e alla scorta, nel 1992 da un attentato della mafia.

“E io qua sono bloccato con le quattro gomme a terra, cioè a terra nel senso non di bucate. Sull’asfalto. E non si muove per le commemorazioni di sta minchia“: queste le parole di Messina Denaro, il 23 maggio 2022, giorno delle commemorazioni della strage mafiosa di Capaci. Il padrino esprimeva alle amiche di chemio il suo fastidio perché, a causa delle celebrazioni, era rimasto bloccato nel traffico.

“Porco mondo”, imprecava nel messaggio registrato che l’ANSA è in grado di pubblicare, e concludeva “qua mi sono rotto i co.. di brutto“. Il testo delle conversazioni del boss è stato anticipato al Corriere della Sera dalla trasmissione di Massimo Giletti “Non è l’Arena”che questa sera, domenica 5 febbraio, su La7 farà ascoltare diverse chat vocali inviate dal capomafia a due amiche.

Messina Denaro chattava con le pazienti conosciute nelle clinica palermitana sotto falsa identità. Raccontava di essere un imprenditore, divorziato e con tre figli. A consegnare le chat ai carabinieri è stata una donna che si dice ancora “sconvolta”,  “quando l’ho visto in televisione, non riuscivo a crederci”.

 

Redazione

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