“Ci è stato tolto Paolo Pietrangeli” scrive Fausto Bertinotti in un ricordo personale affidato alla sua pagina Facebook. Cantautore, regista e voce della canzone di protesta, era nato a Roma, aveva 76 anni. Figlio del regista Antonio Pietrangeli e di Margherita Ferrone, negli anni Sessanta inizia a comporre canzoni a sfondo socio-politico, entrando nel Nuovo Canzoniere Italiano.

Alcune delle sue composizioni divengono popolari all’interno dei movimenti giovanili di sinistra durante le proteste del ’68. Due in particolare si trasformano in veri e propri ‘inni’: Valle Giulia e, soprattutto, Contessa grazie a un testo che diceva: “Compagni, dai campi e dalle officine prendete la falce, portate il martello scendete giù in piazza, picchiate con quello scendete giù in piazza, affossate il sistema. Voi gente per bene che pace cercate la pace per far quello che voi volete ma se questo è il prezzo vogliamo la guerra, vogliamo vedervi finir sotto terra ma se questo è il prezzo lo abbiamo pagato nessuno più al mondo dev’essere sfruttato”.

Entrambe le canzoni furono incise con la seconda voce di Giovanna Marini, altra grande interprete delle canzoni di protesta. Lo scorso ottobre era stato premiato al premio Tenco e per l’occasione Altan gli aveva dedicato un disegno su Contessa. Famoso anche per essere stato un autore e regista televisivo di trasmissioni come il Maurizio Costanzo Show, C’è posta per te e Amici di Maria De Filippi.

Bertinotti ha scritto: “Un amico caro e un compagno prezioso e coraggioso. Sua è stata la colonna sonora del ’68 a cui è rimasto fedele fin qui, sempre sperimentando e ricercando forme d’arte e di comunicazione. Ha scritto, composto, suonato e cantato dentro una storia sconfitta. Non avremmo mai voluto salutarlo per sempre. Ci mancherà ogni giorno mentre ci accompagneranno le sue canzoni. A salutalo con il dolore ci restano le parole di Franco Fortini che non ha mai abbandonato: ‘L’Internazionale fu vinta e vincerà’. Ciao Paolo”.

Ancora “Ciao Paolo. Chi ha compagni non morirà”, scrive Maurizio Acerbo, segretario nazionale di Rifondazione Comunista- Sinistra Europea sul sito del partito dove si parla di ‘morte improvvisa’. Acerbo saluta “un compagno a cui non smetteremo mai di dire grazie per quello che ha rappresentato per la storia della cultura, dei movimenti, della sinistra e anche del nostro partito”.

E aggiunge: “Con le sue canzoni Paolo ha dato voce al lungo sessantotto italiano e anche alla riflessione sulla sconfitta – prosegue -. La sua Contessa non è mai passata alla radio ma è diventata un inno cantato da milioni di studenti e operai. Aveva da tempo problemi di salute che gli impedivano di intervenire con la sua voce potente in iniziative che sosteneva e condivideva. Ma da gigante buono e sempre ironico tendeva sempre a non drammatizzare la situazione. Ogni volta che gli abbiamo chiesto di darci una mano con umiltà si metteva a disposizione. Sentiva il dovere di dare una mano a ricostruire una sinistra nuova nel nostro paese. Nel 1999 scrisse n bellissimo ‘Il canto per Rifondazione che ‘comunista è l’impegno morale. Un impegno che Paolo con umanità generosa non ha mai dismesso”, conclude la nota.

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