Una settimana fa l’esplosione di una bomba con il ferimento accidentale di una donna e di suo figlio, ieri l’agguato a colpi di pistola che ha ucciso un 23enne sotto gli occhi della compagna incinta. Ponticelli, area orientale della città. È stata la camorra, si dirà. È accaduto che un giovane incensurato è stato ucciso con sette colpi esplosi a bruciapelo mentre era sul marciapiede assieme alla compagna incinta. Il 23enne non risulta legato ad ambienti criminali se non per una parentela con un boss della zona. Sul movente del raid indagano i carabinieri, ma è chiaro che l’episodio getta tensione in un quartiere già ad altissima tensione criminale. Ponticelli, rione Conocal.

Chi abita da quelle parti vive in una periferia molto degradata, in una parte della città che negli anni ha pagato prezzi altissimi per le assenze della politica e le imposizioni della camorra. Ci sono state vittime innocenti uccise per errore, bombe che hanno danneggiato auto e case di chi in quel quartiere ha l’unica “colpa” di abitarci, omicidi in strada e prepotenze da subire in silenzio per evitare guai peggiori. Ieri ancora un fatto di sangue, a una settimana dalla bomba fatta esplodere nella notte e qualche mese dopo l’ordigno fatto esplodere in un cassonetto dell’immondizia. Ci si indigna ancora oppure siamo assuefatti alla violenza galoppante? Ci voltiamo d’altra parte adducendo ogni responsabilità alla camorra che purtroppo a Napoli esiste, oppure ci rimbocchiamo le maniche tutti, ciascuno per la propria parte? La rinascita di Napoli deve partire dalle periferie. Non c’è grido di dolore più forte di questo in città. Perché se Napoli continua a galleggiare tra degrado e disfunzioni, servizi che funzionano a mala pena e carenze croniche, singole e sporadiche eccellenze e diffusa mala gestione, non è soltanto colpa della camorra. Quella esiste, e a combatterla devono pensarci inquirenti e forze dell’ordine. Ma il vero nodo è tutto il degrado che gira attorno al sistema criminale. Il vero problema è il sistema fatto di incompetenze, sciatterie, omissioni, discontinuità, disfunzioni che relega le periferie di Napoli a ghetti.

Da due giorni Napoli ha un nuovo sindaco, Gaetano Manfredi, e tra quindici – se il neo sindaco mantiene la promessa fatta – avrà la nuova giunta. La priorità dovrebbe essere propria la grande periferia di Napoli. Impossibile guardare soltanto al mare di Mergellina o ai centri di Vomero e Chiaia. Anche Bagnoli, con la sua trentennale attesa di una bonifica e di una rinascita, rischia di passare in secondo piano rispetto al tema delle periferie abbandonate e degradate da troppi anni. Ne va dell’immagine e del futuro dell’intera città. Uno dei più recenti report sulla pericolosità delle grandi città europee indica Napoli al nono posto, più pericolosa di Londra, Roma, Parigi e Barcellona.

Il report è realizzato da Numbeo, il più grande database di informazioni sulle condizioni di vita nelle varie parti del pianeta, e registra il livello di sicurezza percepito da abitanti e turisti della città. Proprio ieri, mentre la cronaca nera raccontava i dettagli dell’ennesima azione di camorra in città, il neo sindaco Manfredi riceveva la visita di Dario Nardella, primo cittadino di Firenze. «Abbiamo discusso dei passi da compiere insieme – ha spiegato Manfredi nella sua pagina social – Politiche sul turismo, debito dei Comuni, riforma delle Città metropolitane sono i temi su cui costruire una piattaforma politica comune a livello nazionale partendo proprio dalle nostre straordinarie città». E al telefono Manfredi ha scambiato i saluti e i complimenti per il risultato elettorale con il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. «Napoli non è più sola», ha detto il neo-primo cittadino. Speriamo che a lasciarla sola non siano ancora una volta i suoi amministratori.

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).