È iniziata nel massimo riserbo la “collaborazione” di Luca Palamara con la Procura di Perugia. Il primo interrogatorio, avvenuto la scorsa settimana, è durato circa otto ore. Dal Palazzo di giustizia del capoluogo umbro nessun commento sul contenuto della lunga deposizione da parte dell’ex presidente dell’Anm. Palamara in questi mesi aveva più volte dichiarato di essere pronto a raccontare il sistema delle nomine al Csm. Il momento tanto atteso è giunto in coincidenza con l’arrivo di Raffaele Cantone a capo della Procura di Perugia. Da quanto risulta al Riformista, i pm di Perugia avrebbero deciso di approfondire la testimonianza e di convocare nuovamente Palamara nei prossimi giorni. I magistrati umbri Gemma Miliani e Mario Formisano, titolari del fascicolo, avevano notificato al magistrato romano l’avviso di chiusura indagini lo scorso aprile. Nei giorni passati sono state contestate a Palamara nuove ipotesi di reato: corruzione in atti giudiziari e la rivelazione del segreto. Il fascicolo a carico di Palamara si interseca in maniera strettissima con la vicenda giudiziaria dell’ex procuratrice aggiunta di Perugia Antonella Duchini, andata anticipatamente in pensione alla fine di ottobre dello scorso anno.

Duchini era in ottimi rapporti con l’ex ras delle nomine, il quale era stato anche suo ospite a Perugia. A marzo del 2018 il procuratore aggiunto di Firenze Luca Turco aveva indagato Duchini e due marescialli ex Ros di Perugia, Costanzo Leone e Orazio Gisabella. Fre le ipotesi di reato, concorso in rivelazione di segreti d’ufficio. Le notizie riservate sarebbero transitate dal magistrato ai carabinieri. Duchini era una magistrata molto nota. All’epoca aveva indagato sul presunto sequestro di Alma Shalabayeva, moglie del dissidente kazako Muktar Ablyazov, espulsa, secondo l’accusa illegalmente, con sua figlia Alua, nel maggio 2013. Per sequestro di persona sono imputati, in questa vicenda, l’ex capo della squadra mobile di Roma, Renato Cortese, e il responsabile dell’ufficio immigrazione dell’epoca, Maurizio Improta. Gisabella è stato per anni stretto collaboratore di Duchini. Dopo essere stato al Ros era transitato nel 2016 al Nucleo tutela patrimonio artistico di Perugia. Il trasferimento avvenne in maniera irrituale. Senza aver mai accettato l’interpellanza, il Comando generale dell’Arma, allora retto dal generale Tullio Del Sette, aveva disposto nei suoi confronti una serie di “servizi provvisori”, normalmente non previsti fra reparti speciali. Gisabella lo scorso giugno è stato rinviato a giudizio per corruzione e altre accuse tra cui truffa. In particolare, si sarebbe attivato per fare arrivare alla Procura di Palermo un esposto per “osteggiare la compagnia Ustica Lines e i proprietari Morace” in cambio dell’assunzione della figlia nella società di navigazione concorrente.

Duchini, indagata, cerca nella primavera del 2018 di contattare Palamara. L’occasione propizia arriva qualche settimana allorquando il magistrato umbro è a Roma per partecipare al maxi convegno sulla violenza di genere organizzato il 12 e 13 aprile dal Csm. Palamara è in quel momento componente della sezione disciplinare che dovrà valutare le eventuali condotte di Duchini. I due si vedranno al bar Florian di piazza Indipendenza. Le date adesso sono importanti. A maggio del 2018 il procuratore aggiunto di Roma Paolo Ielo comunica al pm Stefano Rocco Fava che l’informativa a carico di Palamara è stata trasmessa a Perugia. «L’informativa che è stata depositata dalla guardia di finanza sui rapporti fra Palamara e Centofanti (il presunto corruttore di Palamara, ndr) l’abbiamo mandata a Perugia», affermerà Ielo. La nota venne firmata dai tre aggiunti della Capitale. Oltre a Ielo, anche da Giuseppe Cascini e Rodolfo Sabelli. Ad agosto del 2018 la Sezione disciplinare del Csm, con Palamara, disporrà, con provvedimento cautelare in via d’urgenza, sulla base dell’indagine di Firenze, il trasferimento di Duchini dalla Procura di Perugia alla Corte d’appello di Ancona come giudicante.

Tre mesi prima del trasferimento di Duchini era stata pubblicata la notizia che faceva riferimento a un’indagine trasmessa dalla Procura di Roma a quella di Perugia nei confronti di un non meglio identificato magistrato romano. Il procuratore generale della Cassazione Riccardo Fuzio, titolare dell’azione disciplinare, aveva chiesto al procuratore di Perugia Luigi De Ficchy se il coinvolto fosse Palamara e, in caso positivo, senza violare il segreto, si sarebbe attivato affinché lui non partecipasse alla Sezione disciplinare che doveva valutare Duchini. Ciò non avvenne. Come mai De Ficchy non avvisò Fuzio, pur sapendo che Palamara sarebbe stato incompatibile? Uno dei tanti misteri dell’indagine che ha terremotato il Csm lo scorso anno.