Nei giorni in cui il Consiglio di Stato deve decidere sul ricorso presentato dal procuratore generale di Firenze Marcello Viola contro la nomina di Michele Prestipino a procuratore di Roma, i pm della Capitale hanno notificato ieri a mezzo stampa un avviso di garanzia al numero uno di Palazzo Spada. Il quotidiano che è stato scelto per informare Filippo Patroni Griffi di essere indagato a Roma per induzione indebita a dare o promettere utilità è Domani.

Patroni Griffi, secondo la dettagliata ricostruzione del giornale di Carlo De Benedetti, avrebbe indotto l’avvocato Piero Amara a non licenziare l’esperta di relazioni istituzionali e amica dell’alto magistrato Giada Giraldi. Amara è noto alle cronache per essere l’ideatore del “Sistema Siracusa”, il sodalizio di professionisti e magistrati finalizzato ad aggiustare i processi e pilotare le sentenze in vari tribunali d’Italia e al Consiglio di Stato ed è fra i principali accusatori a Perugia di Luca Palamara. Giada Giraldi, come riporta Domani, era stata assunta in una delle società di Amara, con un contratto di circa 4-5mila euro al mese, a seguito di una raccomandazione del faccendiere laziale Fabrizio Centofanti dopo una premura dello stesso Patroni Griffi.

Amara avrebbe detto ai pm di aver assunto nel 2017 Giada Giraldi per fare un piacere ad un influente presidente di sezione del Consiglio di Stato. Patroni Griffi, infatti, all’epoca era presidente della Quarta sezione di Palazzo Spada. Per i pm, però, ci sarebbe qualcosa di più: un contenzioso amministrativo tra due società, una delle quali aveva come titolare un assistito di Amara e vedeva Patroni Griffi come presidente del collegio che doveva giudicare su quel contenzioso stesso. Giraldi, comunque, avrebbe dichiarato di non essere mai stata l’amante di Patroni Griffi e di aver trovato lavoro grazie alle sue forze e capacità.

A parte la fuga di notizie, su cui sicuramente nessuno indagherà, la circostanza curiosa è che queste accuse vengono da Amara, ormai la “bestia nera” dei magistrati della Repubblica. L’ideatore del Sistema Siracusa, già condannato per associazione a delinquere, corruzione in atti giudiziari e falso, ha riempito nell’ultimo periodo le Procure italiane di proprie testimonianze nei confronti di magistrati di ogni ordine e grado. Alla Procura di Milano, tanto per fare un esempio, ci sarebbero pagine e pagine di verbali delle sue dichiarazioni. E a seconda del momento questi verbali vengono tirati fuori.

Vedasi nel processo milanese Eni Nigeria dove la testimonianza di Amara contro il presidente del collegio Marco Tremolada, che ha giudicato ed assolto l’amministratore Claudio Descalzi, era stata trasmessa a Brescia dopo un tentativo di farla inserire nel fascicolo del dibattimento. Amara, in quell’occasione, aveva affermato di aver saputo che gli avvocati di Eni e di Descalzi “avevano accesso” presso Tremolada. Affermazione senza riscontri che aveva però messo in imbarazzo il giudice.

Adesso è il turno di Patroni Griffi, magistrato stimato e di grande equilibrio, peraltro candidato in pectore alla Corte Costituzionale, il cui ufficio deve decidere se il capo della Procura che lo indaga ha i requisiti per ricoprire quel posto. Il classico cortocircuito all’italiana. Per la cronaca Prestipino avrebbe scritto al procuratore generale di Roma, Antonello Mura, che si asterrà nel procedimento.