In Emilia Romagna e in tutta Italia il partito sta perdendo pezzi e la spiegazione è semplice: se non si ascolta la base (che non è fatta di stupidi, tutt’altro) e si assecondano le spinte egemoniche di chi deve preservare il seggio, non si andrà da nessuna parte e le persone capaci e motivate andranno altrove o, peggio, smetteranno di fare politica”: lo scrivono su Instagram i Componenti del Direttivo Provinciale di Rimini di Azione, che si rivolgono direttamente a Carlo Calenda in un lungo post con il quale spiegano le motivazioni della loro decisione di lasciare il partito.

Alcuni di noi sono in Azione dall’inizio, dal 2019, altri si sono aggiunti nel 2020/21; ci siamo fatti due campagne elettorali, amministrative 2021 e amministrative/politiche 2022, a testa bassa e senza risparmiarci, perché credevamo fermamente nel progetto”, ricordano i Componenti del Direttivo. “Abbiamo tirato la carretta per quelli che sono oggi ai vertici regionali e che, anche grazie a noi, oggi hanno un posto in Parlamento”, sottolineano.

Pur continuando a credere nella bontà del progetto originario, “nella necessità di un partito liberale e riformista“, i Componenti spiegano che non ritengono più perseguibile quel progetto “con le modalità con cui viene gestito il partito”.

La lettera prosegue sottolineando gli screzi trascorsi: “finora, abbiamo sempre assecondato la linea nazionale di Azione, anche quando non la condividevamo appieno, serrando i ranghi per il bene del progetto. Ma le modalità con cui alcuni parlamentari hanno interferito nelle recenti dinamiche regionali, senza il minimo rispetto del nostro ruolo, sono per noi inaccettabili“.

“Due settimane fa sei  – ricordano i Componenti del Direttivo – sei venuto a Bologna e alcuni nostri rappresentanti erano presenti. Abbiamo apprezzato quel che hai detto con riferimento al rispetto delle rappresentanze elette nei congressi e, soprattutto, all’atteggiamento degli ultimi arrivati, che, parole tue, devono entrare , tenendo conto del lavoro pluriennale svolto da chi è arrivato in precedenza”.

Si è trattato, però, come sottolineano i Componenti di “parole al vento, purtroppo, perché un attimo dopo quei parlamentari – che oggi guidano l’Emilia Romagna ed ai quali in passato abbiamo rivolto le nostre istanze senza mai ricevere risposte e, talvolta, subendo imposizioni – hanno sconfessato senza mezzi termini le tue indicazioni”.

A tutto ciò, scrivono i Componenti del Direttivo riminese di Azione, “vanno ad aggiungersi le modalità con cui è stata tollerata la fronda correntizia in danno del nostro precedente Segretario Regionale, Giulia Pigoni; fronda che hai osteggiato solo formalmente, contribuendo così ad alimentare incertezza e disorientamento. In questi anni, Giulia è sempre stata disponibile e presente con noi e le siamo riconoscenti per l’impegno, la pazienza ed i preziosi consigli ricevuti. Per questo motivo l’abbiamo difesa pubblicamente anche a Bologna in tua presenza”.

Insomma, dice la dirigenza riminese di Azione, “accettare in silenzio gli ordini di scuderia non fa parte della nostra indole e, a ben vedere, non appartiene al DNA di Azione, che è fatta di persone consapevoli”. Ecco perché, scrivono i Componenti del Direttivo, si è giunti alla decisione di lasciare Azione: “Resta la nostra gratitudine per quel che hai fatto e per l’occasione che ci hai dato di fare politica. Sono stati anni intensi e vivaci, pieni di speranza, in cui abbiamo incontrato molte persone in gamba in tutti territori. Oggi, tuttavia, le nostre strade si devono separare, perché non vediamo più alcuna possibilità di perseguire il progetto originario e, al contempo, non intendiamo in alcun modo sottostare alle imposizioni degli attuali vertici regionali”. “Torniamo, dunque – concludono gli ormai ex membri del Direttivo riminese di Azione – a fare i Civici, come prima”.

Cristina Cucciniello

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