Vi dico subito che il protagonista – e la vittima – della storia che sto per raccontarvi è l’editore di questo giornale. Cioè Alfredo Romeo. Vi aggiungo che Alfredo, oltre ad essere il mio editore, è anche un mio amico. Poi vi dico che ieri, dopo aver letto i due articoli di Paolo Comi che abbiamo pubblicato nei giorni scorsi, a proposito del secondo dei video sequestrati nel corso delle indagini sul famoso avvocato Amara – video che oltre che su Amara forniva notizie su un certo Ezio Bigotti, imprenditore, e sull’avvocato Roberto Pignatone -, sono andato a parlare proprio con Romeo perché mi chiarisse alcune cose.

Gli ho chiesto: ma è vero quello che mi hai raccontato tempo fa, e cioè che tu cinque anni fa presentasti all’Anac e all’Antitrust e a Consip due esposti contro Bigotti? Lui ha fatto la faccia stupita e ha ammesso. E allora gli ho chiesto: ma è vero anche che dopo quei due esposti sei stato arrestato? Lui mi detto di nuovo di sì, ancora più stupito, e giurando che lui era del tutto innocente, che non c’era nessuna prova contro di lui, e che nelle gare Consip lui fu sempre vittima di manovre mai chiarite di altri gruppi. Eh già, gli ho risposto. Questo lo ho capito. Ma tu hai capito quanto sei stato ingenuo a presentare quei ricorsi? Alfredo è caduto dalle nuvole, e allora gli ho spiegato quello che ora spiego anche a voi.

Dunque succede questo. C’è una gara Consip, chiamata “Luce”, nel 2016, alla quale partecipa la Romeo con ottime probabilità di vittoria in due lotti. In effetti li vince tutti e due (e due, per regolamento, era il limite dei lotti che si potevano vincere in questa gara) ma la Consip, prima di proclamare i vincitori, esclude la Romeo dalla gara perché – dice – uno dei partecipanti al consorzio non è in regola col Durc (pratica burocratica per accertare che le ditte abbiano pagato tutti i contributi). In realtà poi si scopre che non era vero: era in regola.

Secondo la Consip questo “consorziato” era in debito di 600 euro. I due lotti perduti dalla Romeo assegnavano lavori per circa mezzo miliardo di euro. A questo punto la Consip proclama vittoriosa una società che si chiama Conversion&Lighting. La Romeo protesta, per due ragioni. La prima ragione è che questa Conversion&Lighting non aveva nemmeno partecipato alla gara. Si può – come insegna de Coubertin – partecipare senza vincere, ma si può anche vincere senza partecipare? Poi c’è una seconda ragione che impediva quella vittoria. Il fatto che – si scopre – la Conversion&Lighting è una società che risulta al 51 per cento di proprietà della Exitone e che la Exitone è una società a socio unico Sti e la Sti è una società di Enzo Bigotti. E si scopre che la Sti di Bigotti, direttamente o con società controllate, si è aggiudicata cinque degli otto lotti in gara. Mentre la legge prevedeva che non potesse aggiudicarsi più di due lotti. Dunque cosa è successo? Che Consip ha escluso con un pretesto la Romeo, che avrebbe vinto due lotti, e non si è accorta che la Sti di Bigotti aveva ottenuto molti più lotti di quelli che le spettavano.

A questo punto la Romeo presenta un esposto all’Anac, a Consip e all’Antitrust. Anche per chiedere che si vigili sulle future gare in Consip, soprattutto sulle gare denominate Fm4 (e cioè quelle che poi saranno al centro dello scandalo Consip) che valgono alcuni miliardi. L’esposto viene passato alla Procura, per conoscenza? Questo noi non lo sappiamo. Sarebbe stato logico, visto che nell’esposto si segnalavano dei reati. Sappiamo comunque che Romeo non riceve nessuna risposta né dall’Anac né dall’antitrust, che le gare Fm 4 si svolgono normalmente, e che probabilmente, almeno in parte, sono truccate, sappiamo che a Romeo vengono tolti tutti gli appalti, e che per di più viene arrestato. Non ci credete? Capisco che voi non ci crediate. Ma le cose sono andate esattamente così. Romeo denuncia una turbativa d’asta, i presunti turbatori vengono lasciati indisturbati e continuano a vincere gare, e Romeo – direi per ripicca – viene arrestato. Cioè si mette in cella forse l’unico concorrente che è fuori dai giochi.

Romeo non ha mai capito perché è stato arrestato. Ha sempre pensato di aver pagato per qualche ragione il sostegno che nel 2013 aveva dato a Matteo Renzi. Ora però viene a sapere – cadendo dalle nuvole – che Bigotti, cioè l’imprenditore contro il quale aveva firmato l’esposto, era in rapporti economici importanti con il fratello del Procuratore di Roma, che la procura di Roma dopo il suo esposto lo fa arrestare, e che la stessa Procura prima accantona e poi archivia il filmato dal quale risultano i rapporti tra Bigotti e il fratello del Procuratore. I Pm che archiviano sono gli stessi che oggi sostengono le accuse contro Romeo, che è ancora sotto processo.

P.S. Qualche mese fa le gare Consip che erano finite al centro dello scandalo, sono state tutte ripetute. Su otto lotti in palio (stavolta senza il limite dei due lotti) Romeo ne ha vinti otto. Come a dire: quando le aste si svolgono pulite… Beh insomma, mi fermo qui, le conseguenze traetele voi.

P.S. 2. Ho raccontato ad Alfredo una storia tragicissima che da vecchio cronista ricordo, e che avvenne, credo all’inizio degli anni ottanta. Un imprenditore del caffè, un certo Palombini, fui rapito. Credo dalla banda, allora famigerata, capeggiata da Laudovino de Santis. Lo portarono in una capanna in un bosco. Lui una sera riuscì a liberarsi. Fuggì, corse nel bosco per diversi minuti e poi trovò una casa abitata. Bussò. Gli aprì Laudovino…Che c’entra con la storia di Romeo? Non so, lui però quando gliel’ho raccontata ha fatto una smorfia.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.