Perde i pezzi la Superlega di calcio europea che era stata annunciata soltanto domenica scorsa. A raggiungere l’accordo erano state dodici squadre. Sei di queste, tutte le inglesi, hanno fatto marcia indietro. A valutare il ritiro anche le spagnole Real Madrid e Barcellona. L’Inter è la prima delle tre italiane – con Juventus e Milan – a fare dietrofront. Tutto ciò dopo la riunione straordinaria delle 12 squadre fondatrici che avevano annunciato la nuova competizione. Suona già vecchia l’intervista di Andrea Agnelli al quotidiano Repubblica. Il Presidente della Juventus e vicepresidente della Superlega parla di “patto di sangue” tra i club fondatori.

Il progetto prevedeva 15 club fissi, 12 di questi fondatori, sei inglesi, tre italiani e tre spagnoli. A essere criticato il criterio del merito, annullato dalla partecipazione fissa dei grandi club. Opposizione totale dell’UEFA che ha minacciato multe salate per le società e l’esclusione dai campionati nazionali e dalle competizioni con le nazionali dei calciatori. Dall’inizio contrarie Bayern Monaco, Borussia Dortmund e Paris Saint Germain. Particolarmente duro Aleksander Ceferin, Presidente UEFA, con Andrea Agnelli. Ha parlato di una persona “falsa”. Opposizione durissima da parte delle tifoserie dei club. Non solo quelli esclusi dal progetto.

Mentre le sei inglesi salutano dopo le vibranti proteste delle tifoserie e i dietrofront delle stesse società – Manchester United, Manchester City, Arsenal, Chelsea, Tottenham, Liverpool – suonano fuori tempo massimo le dichiarazioni di Andrea Agnelli a Repubblica. “Fra i nostri club c’è un patto di sangue, il progetto della Superleague ha il 100 per cento di possibilità di successo, andiamo avanti – ha detto il numero uno bianconero – creare la competizione più bella al mondo capace di portare benefici all’intera piramide del calcio, aumentando la distribuzione delle risorse agli altri club e rimanendo aperta con cinque posti disponibili ogni anno per gli altri da definire attraverso il dialogo con le istituzioni del calcio”. Agnelli ha ribadito che le squadre avrebbero continuato a giocare nei campionati nazionali e ha smentito il bonus da 350 milioni all’anno. “Ogni settimana daremo ai tifosi le partite dei campionati nazionali e di una nuova competizione, capace di avvicinare le generazioni più giovani che si stanno allontanando dal calcio” anche perché “il calcio sta vivendo una crisi enorme di appetibilità verso le nuove generazioni”. Agnelli ha aggiunto di prendere in considerazione proposte con le vigenti istituzioni sportive.

Mentre le dichiarazioni venivano rilasciate il torneo perdeva però pezzi: “Il progetto della Superlega allo stato attuale non è più ritenuto di interesse dall’Inter“, ha appreso intanto l’Ansa da fonti neroazzurre alla fine della riunione d’urgenza di ieri sera dei 12 club fondatori del progetto. “La Premier League, insieme alla FA, ha incontrato oggi i club per discutere le implicazioni immediate alla proposta della Super League. I 14 club presenti alla riunione hanno respinto all’unanimità e con vigore i piani per la nuova competizione”, si leggeva intanto in una nota della Premier League. Il vice-presidente del Manchester United Ed Woodward ha annunciato che lascerà il club a fine anno. Secondo il Guardian il premier britannico Boris Johnson era pronto a una “bomba legislativa” per fermare i club fondatori. Il premier era stato tra i primi con il Presidente francese Emmanuel Macron, seguiti dal Presidente del Consiglio Italiano Mario Draghi a bocciare il progetto.

Florentino Perez, presidente del Real Madrid e presidente della Superlega in un’intervista aveva dichiarato: “Non lo faccio per salvare il Real, ma per salvare il calcio. Questo sport è in un momento critico, quello che stiamo facendo è solo per il bene del pallone. Se noi generiamo profitti, ne beneficiano tutti, anche quelli che stanno più in basso”. Sempre durissime le repliche del Presidente UEFA e del Presidente della FIFA Gianni Infantino. Rischia quindi di restare lettera morta la bozza di una nota della Superlega circolata nella notte e arrivata all’Ansa: “La situazione attuale nel calcio europeo necessita di un cambiamento. Una nuova competizione serve perché il sistema non funziona, la nostra proposta è pienamente conforme alle leggi. Ma alla luce delle circostanze attuali valuteremo i passi opportuni per rimodellare il progetto”.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.