"Madri, mogli e figlie di soldati, riportate a casa i vostri uomini": la mossa di Kiev
Soldati russi prigionieri dell’Ucraina, il bluff di Putin: “Mandati in missione senza risorse per raccogliere informazioni”
Sono oltre 200 i soldati russi catturati dall’esercito ucraino nel corso delle ultime ore di guerra. Duecento prigionieri che adesso il ministero della Difesa di Kiev vuole utilizzare per sensibilizzare l’opinione pubblica russa e soprattutto le loro famiglie. Si chiamerà ‘Torna vivo dall’Ucraina‘ la linea telefonica dedicata: un collegamento diretto che consentirà a parenti e affetti dei militari russi di avere informazioni sui loro cari, per capire se sono stati catturati, feriti o uccisi.
Una mossa per rispondere anche alle fake news lanciate da Mosca sulla presunta fuga del presidente Zelensky che in più occasioni, e con diversi video postati sui social, ha ribadito la sua presenza nella capitale ucraina. Una mossa dettata anche dalla consapevolezza della impopolarità in Russia dell’invasione voluta da Putin. Oltre alle proteste delle scorse ore in diverse città, sedate dalla polizia con numerosi arresti, sono numerosi i malumori soprattutto tra i familiari dei soldati russi che – così come denunciato dalle Ong di Mosca – vengono assoldati senza un addestramento specifico e senza chiarimenti sugli obiettivi della missione.
Secondo quanto ricostruisce l’Adnkronos, soldati mandati – stando alla denuncia delle Ong – allo sbaraglio in un guerra le cui informazioni vengono filtrate dal Cremlino. Secondo il presidente Zelensky sono oltre 100mila gli invasori russi presenti da circa 72 ore nel territorio ucraino. Diversi i video pubblicati sui social di prigionieri spogliati dell’uniforme, spesso giovanissimi, che rispondono alle domande degli ucraini con evidente smarrimento. Alcuni spiegano di non essere partiti per una operazione militare ma solo per una raccolta di ‘informazioni’. In un filmato un giovane militare russo catturato telefona alla sua famiglia e spiega loro il suo destino con la comprensibile disperazione dei parenti.
Il ministro degli Esteri ucraini Dmytro Kuleba ha pubblicato su twitter le foto di quattro militari lanciando un appello: “Madri, mogli e figlie di soldati russi, riportate a casa i vostri uomini. Sono venuti in una terra straniera per uccidere persone innocenti, per distruggere le nostre case. I vostri potenti stanno mentendo. Il popolo ucraino va incontro a loro con le armi, non con i fiori. Chiedete alle autorità di fermare la guerra di conquista, salvate i vostri cari!”.
Nei giorni scorsi il Comitato delle madri dei soldati della Russia ha lamentato – attraverso il vicepresidente Andrey Kurochkin – come i militari di leva siano stati inviati al fronte con l’inganno o con la forza. A molti di loro è stato chiesto di firmare un documento che trasformava il loro status da quello di coscritto a quello di militare professionista: chi si rifiutava veniva picchiato o messo in isolamento.
“Abbiamo ricevuto una quantità di chiamate da madri spaventate in tutta la Russia. Piangono, perché non sanno se i loro figli sono vivi o sani”, ha spiegato Kurochkin al giornale online ‘Takie Dela’. E mentre il Comitato delle madri denuncia questo fenomeno all’ufficio del procuratore capo militare e al ministero della Difesa, e in Russia – compatibilmente con le repressioni – si manifesta un dissenso nelle piazze, restano le testimonianze sempre più frequenti di un esercito inviato sul campo con poca preparazione e ancor meno mezzi. Mentre avanzano nello sterminato territorio ucraino diversi reparti finiscono con il trovarsi senza cibo o ricovero. Molti soldati ‘occupanti’ si sono riforniti presso i negozi locali, ma le somme a loro disposizione spesso sono già esaurite, trasformando gli invasori in mendicanti.
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