Arriva il monito per i candidati
Sondaggio Governance Poll 2021: crolla la popolarità di de Magistris, bene De Luca
Da una parte c’è Luigi de Magistris, penultimo nella classifica di gradimento dei sindaci italiani; dall’altra c’è Vincenzo De Luca, terzo nella graduatoria riservata ai presidenti di Regione a pari merito col collega friulano Massimiliano Fedriga. Il Governance Poll, l’indagine demoscopica condotta da Noto Sondaggi e pubblicata ieri dal Sole 24 Ore, boccia senza appello il primo cittadino di Napoli e promuove il governatore della Campania.
I numeri, d’altra parte, parlano chiaro. De Magistris è al posto numero 104 in classifica, col 35% di popolarità, seguito soltanto dal collega catanese Salvo Pogliese, fermo al 30. L’anno scorso l’ex pm era centesimo. A colpire, tuttavia, non è il fatto che Dema abbia perso altre quattro posizioni in graduatoria, ma che tra la sua popolarità attuale e il consenso ottenuto in occasione della sua rielezione vi sia un saldo (negativo, ovviamente) di quasi 32 punti. Nessun altro sindaco, dati alla mano, è stato protagonista di una débâcle tanto evidente. Ciò significa almeno due cose: i napoletani hanno bocciato la gestione della pandemia targata de Magistris, come dimostra il fatto che il sindaco abbia perso quattro posizioni in classifica dal 2020 al 2021. Avrebbe potuto sfruttare la crisi Covid per ridisegnare la città, magari decongestionando il lungomare e rivitalizzando il Centro direzionale come aveva promesso alla fine del primo lockdown.
Avrebbe potuto e dovuto riorganizzare gli orari di scuole, uffici e trasporti pubblici. Invece ha soltanto polemizzato con i vari livelli istituzionali, così contribuendo al sostanziale isolamento politico di Napoli. Il crollo del suo gradimento rispetto al 2016, però, è la cifra del fallimento dell’esperienza politico-amministrativa di de Magistris, caratterizzata non solo dalla demagogia spinta e dal ribellismo inconcludente, ma da una preoccupante tendenza alla deresponsabilizzazione. A suggerirlo sono le dichiarazioni del sindaco sui rifiuti in strada, a suo parere “colpa” dei turisti, o sugli assembramenti lungo le strade di Napoli, a suo dire frutto del disinteresse di Regione e Governo.
Se l’ex pm viene bocciato, De Luca incassa una promozione. Il presidente della Regione guadagna 13 punti rispetto al 2020, segno che la gestione risoluta dell’emergenza Covid ha pagato soprattutto in termini di gradimento: il decisionismo, la comunicazione aggressiva e l’ironia pungente hanno rassicurato i campani soprattutto nelle fasi più aspre della pandemia. Per lo Sceriffo, però, c’è un campanello d’allarme. Pur occupando la terza posizione in graduatoria, infatti, De Luca vede la propria popolarità ridotta di oltre il 10% rispetto all’epoca della sua rielezione. Il che dimostra che le misure sempre più restrittive di quelle adottate dal Governo nazionale, lo scontro sistematico con Palazzo Chigi e la tendenza a porsi come “uomo solo al comando” non sono viste di buon occhio da larga parte della popolazione campana.
Al netto delle valutazioni di merito su de Magistris e De Luca, il dato che emerge è chiaro: i cittadini non ne possono più di amministratori poco responsabili, sempre pronti a scaricare su altri livelli istituzionali il peso dei propri fallimenti. Napoli e la Campania, più in generale, chiedono cura quotidiana, attenzione costante, governance credibile e lungimirante: un monito per i governanti in carica, ma soprattutto per quelli che lo saranno dal prossimo autunno.
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