La ricerca di primazia delle attenzioni del vecchio leone
Berlusconi sta male, Meloni e Salvini litigano per i voti di Forza Italia: telefonate e corsa agli auguri
C’è un dettaglio che può raccontare cosa si sta muovendo nel destra-centro italiano nel momento in cui Silvio Berlusconi ha deciso di mettere ancora una volta sulla scena politica il proprio corpo – lo ha sempre fatto – e ora anche la malattia che lo affligge. Una leucemia gestibile ma senza dubbio limitante per un leader politico. Giovedì sera, mentre era in corso il Consiglio dei ministri, sono filtrate da palazzo Chigi due notizie che poco o nulla avevano a che fare con l’ordine del giorno (seppure di una certa rilevanza).
La prima, intorno alle 19, spiegava che la premier Giorgia Meloni aveva parlato al telefono con Berlusconi cui aveva portato i saluti di tutto il governo con l’augurio di rivedersi presto. Alle 19 e 20 – la riunione dei ministri era ancora in corso – è uscito un flash dello staff di Salvini in cui si dava conto di una telefonata Salvini-Berlusconi. È andata così: mentre Meloni riferiva della telefonata con il Cavaliere, Salvini gli scriveva un messaggio e dopo poco Silvio in persona ha chiamato Matteo. Che ha commentato. “La telefonata più bella che potessi ricevere”. C’è anche una certa tenerezza in questa ricerca di primazia delle attenzioni del vecchio leone. Ma è chiaro che Fratelli d’Italia e Lega si stanno apparecchiando per spartirsi i resti di Forza Italia. E far proprio il feticcio più importante: la quota liberale e moderata della coalizione di destra-centro che né Fratelli d’Italia né la Lega hanno e che, però, è la dote e l’assicurazione necessaria per avere agibilità politica in Europa.
I tentativi di annettersi Forza Italia e dare vita al partito unico sono in corso da tempo, soprattutto da parte leghista. Matteo Salvini ci ha lavorato per anni – almeno tre – ma poi è stato costretto a congelare il progetto ai tempi del Conte 1 e con la fase del governo Draghi c’è stato molto vicino. Sua alleata e testa di ponte chiave è stata certamente Licia Ronzulli. La nascita del governo Meloni è stato forse il momento di maggiore distanza tra colei che Berlusconi volle giovanissima ministra nel suo esecutivo numero 4 (2008-2011) e il Cavaliere. Quel biglietto vergato a mano a favore di telecamere (“è supponente, arrogante, ridicola”) il giorno in cui mezza Forza Italia non votò Ignazio La Russa presidente del Senato è stato forse il momento più basso nei rapporti tra i due.
Poi come sempre in Forza Italia ha prevalso l’anima governativa, la necessità per l’azienda di “stare al governo”, il ruolo di Marina Berlusconi e il ritorno in campo di Gianni Letta. Venti giorni fa i più resistenti Ronzulli e Cattaneo hanno ceduto il passo ai fedeli garanti della linea di governo. È stato un segnale chiaro: basta opposizione interna, avanti tutta al fianco di Giorgia Meloni. Che significa anche un pesi specifico diverso nella grande partita delle nomine. Il bollettino medico con cui ieri lo staff medico del San Raffaele ha deciso di rendere noto il reale stato di salute del Cavaliere ha aperto tecnicamente la fase non tanto della successione all’anziano leader (“Forza Italia è e sarà sempre Silvio Berlusconi” il mantra di sempre) ma quella, appunto, della spartizione dei suoi resti in termini di voti (un tesoretto dell’8%) e quale centinaio di posti di amministratori locali.
Sopra tutto, il duello tra Salvini e Meloni, cioè tra chi sarà il federatore e assumerà la leadership del grande partito unico dei conservatori italiani. E’ difficile, se non impossibile, che possa esistere Forza Italia senza Berlusconi, la simbiosi tra l’uomo e il partito è totale. Al netto, tra l’altro, di alcune variabili.. A cominciare dal credito di 90 milioni di euro con cui Silvio Berlusconi tiene in piedi Forza Italia. La famiglia continuerebbe a sostenere il partito o ne decreterebbe il fallimento? C’è il tema del simbolo di Forza Italia, oggi custodito dall’ex parlamentare Alfredo Messina, molto vicino alla famiglia. E se la linea politica potrebbe essere il problema minore, insormontabile sembra quello del successore. Infatti ieri dal San Raffaele il Cavaliere ha fatto arrivare messaggi chiari: “Non vedo l’ora di tornare in campo”. E se fosse proprio lui, ancora lui, il federatore del partito unico dei conservatori?
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