Cominciamo dall’idea di Boris Johnson che proviamo a riassumere: quella del coronavirus – ha detto – è una epidemia maledetta che segna un’intera generazione e che coglie tutti impreparati. Un vaccino arriverà, ma ci vorrà più di un anno. Intanto, che fare? Certi Paesi come l’Italia si sono barricati in casa chiudendo scuole e fabbriche nella speranza di affamare il virus che non troverà più prede e dovrà morire.

Ma noi sappiamo dalle statistiche che questo virus è mortale soltanto per le persone anziane, tutte più meno malridotte per qualche malattia che hanno avuto. I più giovani non avranno grandi danni da questa epidemia, al massimo qualche linea di febbre, ma in compenso si immunizzeranno. Io invito tutti a mantenere isolati i loro anziani perché molti di loro moriranno e le famiglie dovranno prepararsi a parecchie perdite immature.

I nostri ospedali faranno tutto il possibile per salvare chi sta male, ma non pensiamo che si debba bloccare un’intera nazione, la sua economia, la sua vita sociale, soltanto per impedire un alto tasso di morte fra anziani, che ci sarà comunque fra quelli che si esporranno e che io invito a chiudersi in casa senza vedere i nipoti. Quelli che si prenderanno la malattia nella sua forma blanda acquisteranno una immunità collettiva che gli epidemiologi chiamano “a gregge”.

Quest’espressione – “a gregge” – ha scioccato il mondo. Come si permette questo reazionario cinico e sfrontato di trattare la gente come un gregge e di affidare la selezione naturale ai capricci di un virus? È stato certamente un gravissimo errore di comunicazione, non di Johnson ma del suo guru sanitario Sir Patrick Vallance, che ha detto a Sky News di valutare come ragionevole una percentuale del 60 per cento di infettati fra gli inglesi e altrettanto ragionevole lasciare che le cose vadano naturalmente come devono andare, visto che non c’è nulla da fare, salvo stare attenti e lavarsi le mani.

Visto che un vaccino da somministrare non esiste, questa l’idea, lasciamo che si somministri da solo quello naturale prodotto da ciascun individuo visitato dal virus e che reagirà con le proprie capacità immunitarie. Questa la spregiudicata idea, non priva di senso ma estremamente ardua da digerire e far capire, per nella sua realistica brutalità: molti moriranno, fra i vecchi, a meno che non provvediate voi ad averne una cura scrupolosa nascondendoli nelle loro case fino e oltre l’estate.

Ci saranno anche un po’ di morti tra la gente più giovane, ma entro fasce statistiche accettabili perché sono più o meno quelle comuni alle influenze. Di conseguenza non fermiamo il Paese, e tanti auguri a tutti.  Ma la virata in senso opposto è già cominciata e non sarà resa pubblica prima che possa arrecare danni gravi al Primo Ministro cultore e biografo di Churchill.

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Giornalista e politico è stato vicedirettore de Il Giornale. Membro della Fondazione Italia Usa è stato senatore nella XIV e XV legislatura per Forza Italia e deputato nella XVI per Il Popolo della Libertà.