Saranno quattro i colori del nuovo emiciclo che formerà l’Assemblea capitolina. Dentro all’Aula Giulio Cesare troveremo il rosso del centrosinistra di Roberto Gualtieri, il blu del centrodestra di Enrico Michetti, centrosinistra, un nuovo colore per Carlo Calenda, la cui lista è la prima per numero di preferenze, e le sbavature di un giallo sbiadito dei pentastellati che passano dalla maggioranza bulgara del 2016 che gli regalò ben 29 consiglieri, a 4. Come nel 2013, quando Virginia Raggi sedeva ai banchi di un’opposizione appena nata e che prese vigore proprio in funzione di forza contro il sistema politico.

Molto dipenderà dal secondo turno e se dovesse vincere il dem Roberto Gualtieri le 48 poltrone sarebbero così suddivise: 18 consiglieri del Pd formerebbero la maggioranza di centrosinistra insieme ad altri 5 della Lista civica, 2 di Sinistra Civica Ecologista, 2 di Roma Futura, uno di Demos e uno di Europa Verde.

In questo caso l’opposizione sarebbe costituita da 9 seggi assegnati al centrodestra (6 a Fratelli d’Italia, 2 alla Lega e uno a Forza Italia – Udc), 6 alla lista Calenda, 5 a quelle in sostegno della sin daca uscente (4 al M5s e uno alla civica). Con i forzisti che scomparirebbero dal consiglio comunale sostituiti da Marco Di Stefano, esponente dell’Udc.

Tra i nuovi entrati in Consiglio comunale, con il maggior numero di preferenze (ben 5.250) per le liste di centrosinistra, i romani troveranno Maurizio Veloccia del Pd che correva insieme alla capolista Sabrina Alfonsi (5.145 voti). Tra le liste che sostengono Gualtieri, hanno ottenuto i risultati migliori Giovanni Caudo di Roma Futura con 3.632 preferenze, Paolo Ciani di Demos (1.607), Alessandro Luparelli di Sinistra civica ecologista (1.836).

Lo spoglio è ancora in corso, quindi qualche numero potrebbe ancora cambiare. Per la lista Calenda entreranno comunque Valerio Casini e Francesca Leoncini che vengono da Italia Viva, poi Dario Nanni, Francesco Carpano e Flavia De Gregorio, volto romano della lista sin dalle trattative con il centrosinistra di un anno fa.

La partita delle liste ha riservato qualche sorpresa ai leader delle ‘corazzate’, come le ha chiamate la sindaca uscente Virginia Raggi nel suo discorso post elettorale. Calenda è arrivato terzo ma con il 19,81% la sua civica Azione soffia il primo posto a Fratelli d’Italia che si ferma al 17,42%. Il Pd è terzo e raggiunge il 16,38%, mentre il M5s si ferma all’ll%, anche se Raggi, arrivata quarta con il 19,09%, esce dunque meglio del suo partito grazie al voto disgiunto. Il partito di Meloni (secondo in classifica) ha preso il triplo dei voti della Lega che si attesta sul 5,93% dei voti.

Il ballottaggio apre diversi scenari a seconda degli endorsment. Se la lista Calenda appoggiasse Michetti, eleggerebbe 7 consiglieri, mentre sarebbero solo 6 nel caso di vittoria di Gualtieri. Anche al M5s converrebbe la vittoria del centrodestra, che consentirebbe la nomina di 5 portavoce, 4 dal Movimento e 1 dalla lista Raggi, invece dei 4 che otterrebbero con la nomina di Gualtieri come sindaco.

Riccardo Annibali

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