Quando si parla di denaro ed enti pubblici, il tentativo è sempre lo stesso: semplificare, rendere chiari i concetti senza scivolare nei tecnicismi da revisore dei conti. Ma dire che a Palazzo San Giacomo arriveranno 240 milioni di euro significa poco, se non si aggiunge qualche considerazione. Certo, incassare il 40% di 660 milioni è sempre meglio di un calcio sulle gengive. Altri 310 milioni saranno destinati a un totale di 300 Comuni italiani: lo stabilisce la legge di conversione del decreto Sostegni bis.

Il lato positivo è: a Roma hanno capito che i conti del sindaco uscente Luigi de Magistris sono una catastrofe. Ci inviano, quindi, spiccioli che dovrebbero evitare il dissesto almeno nel breve periodo. Gli aspetti negativi sono molteplici. Innanzitutto 240 milioni sono la classica “acqua che non leva sete”. Sul Riformista si è più volte discusso del reale fabbisogno finanziario del Comune di Napoli: si oscilla tra i 4 e i 5 miliardi di euro. Lo evidenziano anche i revisori dei conti nelle loro relazioni. Ancora una volta il termine per l’approvazione dei bilanci preventivi degli enti locali è stato prorogato a fine luglio e probabilmente lo sarà di nuovo. Da ex assessore al Bilancio di un Comune, faccio sempre la stessa domanda: che senso ha approvare a luglio, ottobre o novembre 2021 il preventivo del… 2021? Che preventivo è? Nel frattempo si procede con la ormai famosa “spesa per dodicesimi” dell’anno precedente e, tanto per cambiare, l’ente è paralizzato nella gestione. A cosa serviranno questi 240 milioni, quindi, non si sa.

Ma i candidati sindaci devono chiedersi: se per miracolo arrivasse uno stanziamento a copertura di tutte le falle precedenti, la gestione ordinaria e le spese correnti come stanno messe? Le entrate ordinarie riuscirebbero a coprire le uscite “normali”, al netto cioè dei debiti pregressi? Le entrate di un Comune sono poche: i denari che arrivano da Roma, l’Imu e la Tari, poche altre e bagatellari “cosine” residue e non oso entrare nel dettaglio delle sanzioni per infrazioni al codice della strada. La guerra all’evasione come va? Gli aspiranti sindaci non ne parlano, perderebbero consenso e voti. Chi ci assicura che tutti i napoletani versino il dovuto? Chi ci garantisce che ci siano professionisti preparati a occuparsi del recupero dei mancati versamenti?

Ecco perché rivolgo un consiglio al futuro sindaco: circondati di chi ti dice la verità. Una volta affermai e ora lo ribadisco: che il lottizzato sia competente. Il sindaco nomina gli assessori tra le persone di sua fiducia, non c’è un concorso pubblico. Ma gli assessori studino attentamente le carte. E se dev’essere dissesto, dissesto sia. Senza l’agonia che non consente nemmeno di riaprire la Galleria Vittoria.