“Crederò nell’uguaglianza solo quando vedrò una donna incompetente occupare un posto di resposabilità” disse un giorno Francoise Giroud, famosa in Francia per essere stata la prima donna a occupare il posto di ministro delle Pari opportunità. Non una semplice battuta ma un modo leggero per confessare una grande verità. Soprattutto quando si invocano le ‘competenze’ per giustificare l’assenza delle donne dalla scena pubblica.

Le urne sono ancora calde ma alcune somme sono state già tirate: calo della partecipazione, nuove liste, vecchie alleanze e previsioni di apparentamenti. La politica rimane indietro però sulla presenza delle donne tra le proprie fila, nonostante le nuove regole per costituire le liste elettorali e l’obbligo di rispettare la doppia preferenza di genere.

Le ‘discriminazioni positive’ delle quote rosa forse non sono il migliore strumento per arrivare ad un progressivo cambiamento di mentalità. E queste elezioni, se ce ne dovesse essere ancora bisogno, ne sono una dimostrazione: su 145 candidati sindaco nei 17 comuni capoluogo delle Regioni a statuto ordinario al voto figurano solo 25 donne: appena il 17,2% rispetto all’82,8% degli uomini che sono 120 in tutto. Ancora peggio, ai prossimi ballottaggi di donne non ce ne sarà nemmeno una.

Se non ci volessimo fermare alle città capoluogo, tra i candidati alla carica di sindaco di tutti i comuni delle Regioni a statuto ordinario, 2.855 in totale, solo il 18,60%, ovvero 531, sono donne. Gli uomini sono stati 2.324, pari all’81,40%. Questi i dati contenuti nel dossier del Viminale. Tra i candidati alla carica di consigliere comunale l’aria non cambia più di tanto, sono 36.283 gli uomini (58,24%) e 26.011 le donne (41,76%).

Cercasi donne sindaco nelle grandi città. La più forte e famosa era Virginia Raggi, la sindaca uscente, romana di Roma e ricandidata della Capitale, ha fatto flop arrivando al quarto posto (su quattro). Delle altre aspiranti sindache delle grandi città e dei capoluoghi  nessuna è andata al ballottaggio. Le grilline Layla Pavone a Milano, Valentina Sganga a Torino e Elisabetta Barone a Salerno, partivano con molte speranze, ma hanno pagato lo scarso risultato ‘nazionale’ del M5s, così come Alessandra Clemente che correva a Napoli per De Magistris. A Trieste, Caserta, Isernia, Varese, Benevento, Latina, Savona il 17 e 18 ottobre sarà uno spareggio tutto al maschile.

Nei piccoli centri andrà meglio. Non proprio: il 50% dei comuni sotto i 5.000 abitanti coinvolti nella tornata elettorale 2021 non centra infatti l’obiettivo quote rosa. È il principale dato che emerge dal rapporto del Csel, elaborato in occasione della tornata elettorale delle amministrative. Sono 755 comuni con queste caratteristiche chiamati alle urne e solo 384 hanno schierato almeno un terzo di candidate. In 79 comuni i candidati uomini hanno rappresentato percentuali superiori all’80% del totale. Due i casi limite: Prunetto, un comune di 471 abitanti in provincia di Cuneo, e Pescolanciano, nell’isernino (878 abitanti), in cui c’è una totale assenza della componente femminile.

Particolare il caso del comune di Santo Stefano Roero (1.407 abitanti), in provincia di Cuneo, che è l’unica amministrazione sotto i 5mila abitanti coinvolti in questa tornata elettorale, dove i due aspiranti sindaci (un uomo e una donna) hanno schierato due squadre tutte al femminile. Si tratta di una amministrazione che ha vissuto, nel recente passato, un dissesto e un commissariamento e sembra voler quindi ripartire puntando sulle donne.

Non solo note negative però. Sono 8 le sindache elette, solo in Molise ad esempio si passa da 16 a 21 prime cittadine. Sara D’Ambrosio ad Altopascio (Lucca) si riconferma e vince al primo turno. Ad Assisi indossa la fascia tricolore Stefania Proietti e ad Arzano (Napoli) Vincenza Aruta. Risultato per gli annali invece la vittoria, partendo dalla posizione di vice, di Chiara Rossetti che diventa il primo sindaco donna di Bardonecchia, perla delle Alpi in alta Val di Susa. Sempre in cittadine piccole ma popolose vanno al secondo turno la sindaca uscente Cecilia Francese (liste civiche) e a Melito, Dominique Pellecchia.

Riccardo Annibali

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