Il Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdogan apre un altro fronte nella politica internazionale: un altro confine ad altra tensione con quelli tra Ucraina e Russia, Cina e Taiwan, Armenia e Azerbaigian, Kirghizistan e Tagikistan. Dopo una seduta del Consiglio di sicurezza nazionale Erdogan ha diffuso un comunicato che riapre la questione mai risolta di Cipro. Ankara ha chiesto al mondo di riconoscere “l’indipendenza” della parte nord dell’isola di Cipro.

“Tutti i Paesi sono stati invitati a riconoscere l’indipendenza della Repubblica turca di Cipro del nord”, si legge nella nota. Al momento è solo Ankara a riconoscere quell’indipendenza, il governo di Cipro sud invece è riconosciuto dalla comunità internazionale come il governo legittimo di tutta l’isola. “Le attività per difendere i diritti dei turco ciprioti continueranno con determinazione”, si leggeva nel comunicato riportato dall’agenzia di stampa Anadolu.

È una questione ancora aperta quella di Cipro, contesa tra la comunità greco-cipriota e quella turco-cipriota. L’isola è al momento spartita in due parti: la Repubblica di Cipro greco-cipriota, riconosciuta internazionalmente e membro dell’Unione Europea e l’autoproclamata Repubblica Turca di Cipro del Nord. L’isola è diventata indipendente dal Regno Unito nel 1960, all’epoca la popolazione si divideva in un 77% di abitanti greci e in un 18% di popolazione turca. Da quel momento Grecia, Turchia e Regno Unito sono le tre nazioni considerate garanti della situazione politica sull’isola.

L’indipendenza fu seguita da una serie di scontri, la convivenza tra le due comunità un fallimento da subito. Sentimenti nazionalisti e gli appoggi avversi di Atene e Ankara hanno complicato la situazione. I primi sostenevano dal primo momento la riunificazione di tutti i territori a maggioranza greca dell’isola (enosis) con la Grecia, i secondo la divisione (taksim) e la creazione di uno stato indipendente turco-cipriota. Le violenze etniche partirono subito dopo l’indipendenza e causarono migliaia di morti.

A subire le maggiori perdite in quella prima fase fu la minoranza turco-cipriota con villaggi distrutti e comunità isolate. La minoranza aveva ottenuto il 30% dei seggi in parlamento e diverse cariche pubbliche dopo l’indipendenza. Il primo presidente della Repubblica di Cipro, in carica fino al 1974, fu l’arcivescovo ortodosso Makarios III che privò i turco-ciprioti di cariche pubbliche e altri diritti garantiti nel 1960. Il 1974 divenne una data spartiacque nella questione di Cipro.

Il regime greco detto “dittatura dei colonnelli” nel 1974 organizzò un colpo di stato a Cipro, la Turchia intervenne militarmente dopo anni a minacciare operazioni sull’isola puntualmente disinnescate dalla NATO. Ankara conquistò in pochi giorni il 36% del territorio nel nord-est con 30mila truppe. L’isola era divisa in due, con una lunga zona cuscinetto da nord a sud gestita dall’ONU e la capitale Nicosia divisa in due da un confine militarizzato. Makarios tornò a essere presidente dopo il fallimento del golpe, fino al 1977, quando morì. Cipro Nord nel 1983 si dichiarò indipendente in maniera unilaterale, con la sola Turchia a riconoscerne l’autonomia: nasceva la Repubblica Turca di Cipro Nord (Kktc).

La parte nord dell’isola è considerevolmente più povera, più isolata dopo cinquant’anni di divisione. La parte sud gode invece di liberi commerci e dal 2004 è membro dell’Unione Europea. I negoziati per la riunificazione dell’isola sono puntualmente saltati. L’idea delle Nazioni Unite era quella di creare uno stato federale con turchi e greci a convivere pacificamente. A impedire gli accordi soprattutto l’eventuale spartizione del potere in uno stato unitario e i 40mila soldati turchi di stanza sull’isola. La situazione è stata complicata ulteriormente dalla scoperta di un enorme giacimento di gas naturale e petrolio nelle acque tra Cipro e Israele.

Con l’annuncio della Repubblica di Cipro dell’acquisto di missili con gittata in grado di raggiungere le coste della Turchia, scoppia nel 1997 la “crisi dei missili” cipriota che portò a un passo dallo scontro tra Grecia e Turchia, una risolta solo nel 1998 con la rinuncia allo schieramento dei missili. Il doppio referendum del 2004 per approvare il piano di riunificazione avanzato dalle Nazioni Unite, il “Piano Annan”, venne approvato dai turchi ma bocciato dai greci. Ennesimo fallimento dei negoziati. La Repubblica di Cipro nel 2008 ha adottato anche l’euro e nel centro di Nicosia è stato aperto un passaggio nel muro che divide la città.

A Cipro nord con le elezioni del 2020 si è insediato un governo nazionalista. Il governo turco-cipriota per la prima volta nel 2021 aveva avanzato la proposta di accettare lo status quo dell’isola divisa in due Stati sovrani. Erdogan ha aumentato di molto durante la sua presidenza l’influenza di Ankara su Cipro Nord, che dipende dalla Turchia in ogni ambito. Il Presidente turco ha ribadito l’anno scorso che la soluzione per l’isola è la creazione di due stati separati.

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Giornalista professionista. Ha frequentato studiato e si è laureato in lingue. Ha frequentato la Scuola di Giornalismo di Napoli del Suor Orsola Benincasa. Ha collaborato con l’agenzia di stampa AdnKronos. Ha scritto di sport, cultura, spettacoli.