Spesso in politica quando qualcuno dice di non voler fare una cosa, il risultato è che alla fine, il prescelto è proprio chi si nega. Il presidente Mattarella è uomo politico di lungo corso e queste dinamiche le conosce più di tutti. Penso, però, al contempo, che il Presidente sia assolutamente sincero nel non volere la riconferma. Del resto, mai come in questo caso, le argomentazioni giuridiche che ha usato appaiono corrette. La Costituzione, infatti, fissa per il Presidente della Repubblica il mandato settennale in modo che lo stesso sia a cavallo di almeno due legislature anche per metterlo al riparo dalle turbolenze di una campagna per la riconferma.

La lunga durata del mandato si pone in contrasto con l’opzione del bis. Altrimenti, la presidenza si trasformerebbe in una monarchia. Inoltre, vi è anche una ragione di carattere politico che non deve essere sfuggita al presidente Mattarella. Negli ultimi anni la politica, al di là del battibeccare dei leader, non è stata in grado di gestire le situazioni. Il ricorso a Draghi ne è l’esempio lampante. Senza contare il fatto che già nel recente passato, la riconferma a tempo di Napolitano è stata un modo per “buttare la palla in tribuna”. Fatte queste premesse, gli eventi sembrano disporsi per una richiesta pressante a Mattarella volta a fargli rimangiare la parola data. Per incapacità della classe politica di decidere, mascherata da ragion di stato.

Riuscirà il Presidente Mattarella a mantenere ferma la posizione e a smentire il luogo comune che in politica si dice sempre una cosa e poi se ne fa un’altra? Non accettare il bis sarebbe davvero il modo migliore per concludere un settennato certamente positivo, ma non perfetto. Ad esempio, proprio per citare un’imperfezione, il varo del governo Cinquestelle / Lega si è posto, nel solco di un parlamentarismo molto spinto, in netto contrasto con la volontà popolare che era stata appena espressa nelle urne. Ma bisogna pensare in positivo e sperare che il Presidente faccia la scelta giusta.