Il Parlamento Europeo a larga maggioranza ha bocciato un emendamento proposto e votato anche dal Pd sull’istituzione di una vera e propria patrimoniale all’interno di una risoluzione sull’autonomia finanziaria.

Tre eurodeputati dem si sono astenuti (Tinagli, Toia e Variati) una ha votato contro (Bresso), gli altri a favore.

L’emendamento numero 29 bis, come si legge, pone l’accento sulla distribuzione fortemente ineguale della ricchezza negli Stati dell’Unione. Sottolinea, pertanto, la necessità di tassazione progressiva e invita la Commissione “a presentare una nuova risorsa propria basata su un’imposta sul patrimonio di individui e famiglie per risolvere tale problema“.

 

Nell’emendamento bocciato, come si legge nel testo, si ritiene che “un’imposta sul patrimonio progressiva“, introdotta a livello europeo, “contribuirebbe a far uscire l’Unione dalle numerose crisi recenti”.

Secca la reazione di Raffaella Paita, presidente del Terzo Polo al Senato: “Non c’è nulla da fare: se non tassano, non sono contenti. Il Pd di Schlein ci prova pure in Europa, votando per la patrimoniale. Per fortuna la loro proposta è stata rispedita al mittente”.

“Il Parlamento Europeo ha approvato oggi una risoluzione importante che chiede all’Ue di dotarsi di alcune risorse proprie – scrive su Twitter l’eurodeputato di Italia Viva e Renew Europe Nicola Danti – Risorse che serviranno anche a rifinanziare il Next generation EU, senza pesare solo sui bilanci degli Stati membri. Nella stessa risoluzione è fallita l’operazione “patrimoniale europea“. Abbiamo infatti bocciato a larga maggioranza degli emendamenti che avrebbero dato vita ad una vera e propria patrimoniale. Tra i voti a favore la maggioranza della delegazione Pd, a dimostrare che ormai con o senza la D la deriva massimalista della nuova segreteria è arrivata a Bruxelles”.

 

 

Redazione

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