«Napoli è una città dal potenziale enorme, bisogna renderla più ordinata e vivibile. In questo senso anche noi come Distretto aerospaziale stiamo lavorando per trovare soluzioni all’urban air mobility. Bisogna anche puntare sulla cultura con un’attenzione particolare alle differenze di genere che ancora persistono. Il sindaco ideale per Napoli? Senza dubbio Gaetano Manfredi»: il presidente del Distretto aerospaziale della Campania Luigi Carrino offre al Riformista la propria visione della città e del suo futuro.

Presidente, Napoli oggi che città è?
«Si presenta come una straordinaria fucina di talenti, di competenze e di creatività e, mai come in questo periodo nel quale si parla di economia della conoscenza, questi diventano anche fattori di sviluppo. Napoli ha eccellenti università e centri di ricerca, ha imprese di punta, però manca qualcosa: una qualità della vita che finisca con l’essere l’ulteriore e decisivo elemento per invogliare talenti, anche non napoletani, a venire qui per creare un laboratorio di eccellenze di livello internazionale che questa città può aspirare ad avere».

A proposito di eccellenze, il settore aerospaziale è uno dei fiori all’occhiello della nostra Regione: in che modo può contribuire allo sviluppo della città?
«La filiera aerospaziale ha un fattore moltiplicativo di occupazione molto importante e realizza un’occupazione stabile e di qualità, quindi senz’altro può contribuire a risolvere uno dei grandi problemi del territorio che è la disoccupazione, anche intellettuale fornendo un’importante occasione di affermazione dei talenti e delle professionalità campane. Ma posso dire di più: la filiera aerospaziale campana è impegnata già da qualche tempo anche  per fornire soluzioni alla urban air mobility che possano contribuire a decongestionare la città dal traffico».

Ci spieghi meglio questo progetto.
«Si tratta di una soluzione che speriamo di ultimare per le prossime Olimpiadi. Stiamo creando un itinerario dall’aeroporto al centro della città e principalmente da Capodichino verso i luoghi turistici, da percorrere utilizzando aeromobili a basso impatto ambientale, a propulsione elettrica e anche a pilotaggio remoto. Nello stesso tempo stiamo studiando soluzioni per rendere l’aviazione, importante fattore di sviluppo economico ma anche culturale, più efficiente con aeroporti di grande qualità e con aeromobili che possano volare con carburanti a basso impatto ambientale e che possano riorganizzare i servizi aeroportuali in una visione che va verso una direzione moderna e attenta all’ambiente».

Ritornando a parlare di qualità della vita, che a Napoli è notoriamente tra le più basse d’Italia, quale dovrà essere l’agenda del prossimo sindaco per migliorarla?
«Dovrà senz’altro rendere Napoli più ordinata e con dei servizi pubblici efficienti, con un’attenzione particolare alla cultura: io mi occupo di innovazione tecnologica e non mi sfugge l’importanza di una città con una vita culturale di qualità. Il prossimo sindaco dovrà guardare con attenzione anche al tema degli asili nido e al lavoro delle donne.  Quando un giovane ha studiato tutta la vita, facendo enormi sacrifici, credo che abbia il diritto di vivere in un luogo organizzato dove ci sono servizi sociali importanti e dove le differenze di genere siano inesistenti: le donne oggi hanno molta difficoltà ad accedere a lavori legati alle scienze come l’ingegneria, la fisica e la matematica che richiedono un impegno costante che spesso si scontra con gli impegni di una donna che ha dei figli. Quindi dovremmo tornare a riflettere su queste questioni che avrebbero dovuto essere superate da un pezzo e che, invece, sono ancora molto attuali».

La cultura è quindi un volano di sviluppo indispensabile per la città: si pensa di trasformare Palazzo Fuga in una factory. Cosa ne pensa?
«Credo sia un’idea molto interessante. Anche il Pnrr punta molto sulla cultura e sulle tecnologie: oggi la cultura è fruizione e conservazione. In entrambi i casi noi abbiamo bisogno di utilizzare le tecnologie per salvaguardare il patrimonio culturale e renderlo disponibile alle prossime generazioni, ma anche per renderlo fruibile anche a quei cittadini che, per vari problemi, oggi sono di fatto esclusi».

Città della Scienza, invece, come dovrebbe essere valorizzata?
«È un luogo di fondamentale importanza per Napoli, sia per la divulgazione della cultura scientifica sia perché può essere un punto di riferimento per la cultura tecnologica, per lo sviluppo del sistema delle imprese ad alto grado innovativo e può rappresentare un incubatore di sviluppo di tecnologie avanzate. Bisogna chiarire che i musei della scienza sono sempre un investimento, hanno sempre un costo per la collettività, costo che in realtà è un investimento sul lungo periodo. Quindi bisogna assolutamente finanziare e sostenere Città della Scienza. Noi come Distretto aerospaziale siamo assolutamente disponibili ad affiancare e a far parte delle iniziative di Città della Scienza per quanto riguarda la diffusione della cultura scientifica: potremmo, per esempio, allestire delle aree destinate a trasmettere la scienza e la tecnologia dell’aeronautica e dello spazio. Ma siamo pronti anche a trasformare Città della Scienza in punto di riferimento per l’innovazione delle imprese».

Le idee ci sono, dunque, ma chi è il candidato sindaco più adatto per realizzarle?
«Non mi permetto di esprimere giudizi negativi su nessuno degli aspiranti sindaci, ma conosco di persona Gaetano Manfredi e posso dire che sarei molto contento di vedere lui alla guida di Napoli: ha una visione moderna della città ed è una persona seria e competente».

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Giornalista napoletana, classe 1992. Vive tra Napoli e Roma, si occupa di politica e giustizia con lo sguardo di chi crede che il garantismo sia il principio principe.