Maria Elena Boschi prende parte ad un webinar a porte chiuse dall’eloquente titolo “Giustizia da rifare” e non nasconde l’irritazione di Italia Viva per la gestione fallimentare del pianeta giustizia. «Abbiamo una cultura giuridica garantista, sempre, che non è coincidente con quelle del M5S e spesso anche del Pd», dice chiaro e tondo.  Boschi avrebbe dovuto incontrare Alessandro Goracci, il capo di gabinetto di Palazzo Chigi, ma l’incontro non c’è più stato. Il mancato appuntamento è solo l’ultimo episodio di una giornata che ha visto salire la tensione al calor bianco. Ed ecco che Più Europa cala l’asso: una mozione individuale di sfiducia al ministro Bonafede – “mozione Enzo Tortora” – che Emma Bonino avrebbe scritto apposta per i renziani. E il leader di IV è tentato di cogliere la palla al balzo. Si toglierebbe dall’imbarazzo della mozione del centrodestra e cementerebbe l’asse con Più Europa. Forza Italia fiuta l’aria e sottoscrive. Lega e Fratelli d’Italia no: al massimo si asterranno. E così ciascuno avrà dato bella prova di sé, senza provocare un ingestibile terremoto.

I Vivaci giurano che non è un bluff, assicurano che una valutazione seria è in corso e che, se entro domani non ci sarà un chiarimento ogni scenario è aperto. «Conte non dia per scontato che tanto votiamo contro», dice un big di Italia Viva. C’è irritazione perché dopo l’ultimo incontro a palazzo Chigi con il premier che aveva, pur nelle difficoltà, aperto un canale di dialogo, i rapporti si sono di nuovo interrotti. «Conte è scomparso. C’erano delle questioni aperte sulle quali tornare e invece… per carità, capiamo tutto: il decreto rilancio, le Regioni, le riaperture ma pensiamo che il premier debba anche farsi carico della tenuta del suo governo. Non si illuda che il nostro sia un bluff», prosegue la stessa fonte. Tre le condizioni poste da Renzi al governo: una svolta sulle politiche della giustizia in senso garantista, il piano Shock sui cantieri, il piano Bonetti sulla famiglia.

Il problema, dicono i renziani, non sono i rapporti nella maggioranza ma con Conte. «Persino i rapporti con i 5 Stelle sono migliori di quelli con il premier…». Iv chiede dunque un passo al presidente del Consiglio perché accolga il pacchetto di proposte di cui si è discusso nell’ultimo incontro e perché ci sia un cambio di passo nella “considerazione” di Italia Viva nella maggioranza. «Non è possibile che noi siamo tenuti fuori da ogni decisione della maggioranza. Non è possibile che ogni nostra proposta sia una scocciatura. Non è possibile che da palazzo Chigi -e questo a Conte lo abbiamo detto nell’ultimo incontro- arrivi l’ordine alla Rai di non parlare di Italia viva, perché se stare in questa maggioranza significa non portare alcun rafforzamento al partito, morire per morire almeno lo facciamo tenendo fede ai nostri principi».

È Michele Anzaldi che dice al Riformista che «Italia Viva fa sul serio sempre e su tutto. Se questo governo esiste, è perché Italia Viva ha fatto sul serio. E facciamo sul serio soprattutto con Bonafede, su cui forse si sarebbe dovuta pretendere discontinuità sin dall’inizio del governo». Ma la gestione si è dimostrata addirittura peggio del previsto. «Davanti alla più grave crisi carceraria dal dopoguerra, stiamo parlando di un ministro sfiduciato dai fatti», conclude Anzaldi. Il deputato renziano, punta di diamante sulle questioni Rai, parla di una «conventio ad excludendum contro IV in Rai: un patto, un accordo tra le parti affinché Renzi e il partito non fossero più menzionati nei telegiornali, un diktat impartito ed eseguito militarmente».

Ed ecco che si affaccia l’ipotesi che dietro alla minaccia di sfiducia ci sia il tentativo, legittimo, di uscire dal cono d’ombra in cui IV è stata confinata. Rimettendo in discussione alcune caselle ancora da assegnare, meglio se nell’ambito di un rimpasto di cui molti cominciano a parlare in maggioranza. Renzi è carico. Ieri ha lanciato la sua battagliera eNews, chiede di accelerare sul Piano Shock e domanda ai suoi sostenitori una opinione sulla sfiducia. I senatori IV vorrebbero in maggioranza votare la sfiducia ma l’accordo è di procedere unitari nella direzione che sarà decisa mercoledì dall’assemblea di gruppo al Senato dopo aver ascoltato Bonafede. Poi prenderà la parola Matteo Renzi.

Benedetto Della Vedova, coordinatore di Più Europa, affida al Riformista un appello: «Le questioni del caso Tortora sono ancora oggi tutte aperte, e il Ministro Bonafede non è solo un ministro palesemente inadeguato, come altri del suo partito: rappresenta un’idea di giustizia cattiva, ingiusta e sommaria che combattiamo dai tempi di Enzo Tortora grazie soprattutto a Enzo Tortora». Prosegue Della Vedova: «Con IV andiamo d’accordo su molte cose. Difendiamo con forza l’impegno di Teresa Bellanova sulle regolarizzazioni, e chiediamo a Italia Viva uno sforzo di coerenza e linearità, anche sui temi della giustizia cominciando subito, oltre che dall’abolizione dei decreti sicurezza, dal voto contro il peggiore Ministro della Giustizia possibile. Le prospettive ci sono e sarebbero molto positive per fondare insieme una alleanza europeista e riformatrice».

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Ph.D. in Dottrine politiche, ha iniziato a scrivere per il Riformista nel 2003. Scrive di attualità e politica con interviste e inchieste.