Molti imprenditori italiani si sono dati da fare per aiutare il Paese che combatte contro il virus. Hanno offerto soldi al governo, o alle Regioni, o alla Protezione civile. Lo ha fatto anche Berlusconi, lo hanno fatto diverse banche, lo hanno fatto attori, cantanti e personaggi noti e ricchi. Il mio amico Alfredo Romeo, che è l’editore di questo giornale, invece di offrire soldi si è messo a cercare respiratori. Perché gli hanno detto che il problema fondamentale è quello: trovare attrezzature per la terapia intensiva. E non è facile. In Campania la situazione era piuttosto drammatica.

La Regione aveva chiesto alla Protezione civile di avere 400 ventilatori polmonari. La protezione civile si è data da fare. Ma la burocrazia è dura da superare. Basta dire che Consip, per la Campania, ha fornito un numero di ventilatori polmonari pari a zero. La protezione civile alla fine ne ha tirati fuori 41. Cioè il 10 per cento del fabbisogno. Altri cinque sono stati donati da privati. Romeo si è messo a lavoro e ha provato a scavalcare la burocrazia. O fai questo o è tutto inutile. Ha provato a farne arrivare circa 200 dalla Cina, ma sono ancora bloccati lì, dalla burocrazia cinese in questo caso. Allora si è rivolto a una fabbrica italiana, attraverso un suo amico farmacista che conosce i meccanismi e le aziende. Ha pagato e ha ottenuto 198 ventilatori polmonari.

Li ha consegnati ieri a una quindicina di ospedali della Regione. Se nei prossimi giorni dovessero arrivare anche i respiratori ordinati in Cina si arriverebbe a quasi 400. Scrivo questa breve storia non per parlare bene del mio amico Romeo, ma per parlare male della burocrazia. Molto male. Non è che è una mia fissazione, ma la burocrazia davvero rischia di strozzare questo paese. Perché Consip non riesce a procurare un respiratore che è uno, me lo sapete dire? Ve lo dico io: perché è un mostro inutile. È un macigno che blocca il Paese. Fin qui – insieme a tutte le sue sorelle e fratelli buro-imperiali – ha bloccato l’economia e lo sviluppo. Ora che la crisi è gravissima, rischia di bloccare la sanità. Di burocrazia si può morire. Nel senso letterale del termine, capite? Morire.  Bisognerà fare qualcosa per scardinare questo castello infernale.

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Giornalista professionista dal 1979, ha lavorato per quasi 30 anni all'Unità di cui è stato vicedirettore e poi condirettore. Direttore di Liberazione dal 2004 al 2009, poi di Calabria Ora dal 2010 al 2013, nel 2016 passa a Il Dubbio per poi approdare alla direzione de Il Riformista tornato in edicola il 29 ottobre 2019.