“Responsabilità nazionale”, questo il primo pensiero di Mario Draghi nel suo primo discorso da Presidente del Consiglio al Senato, poco dopo le 10:00 di questa mattina. “Principale dovere è combattere con ogni mezzo pandemia e salvaguardare vite cittadini”, ha detto Draghi paragonando l’emergenza a “una trincea”. Il secondo pensiero va invece “a chi soffre” e “a chi lavora nelle attività più colpite dalla crisi”. Un discorso, quello di Draghi, che ha toccato i punti dell’unità, dell’europeismo, dell’atlantismo, delle disuguaglianze, della scuola, e soprattutto dell’emergenza coronavirus e della crisi che è conseguita. Si era detto sarebbe stato un discorso breve, è durato più del previsto. La discussione inizierà intorno alle 12:30, il voto di fiducia dei senatori è atteso per le 22:00 di stasera.

“Dobbiamo essere più orgogliosi, più giusti e più generosi nei confronti del nostro paese, riconoscerne i tanti primati, riconoscere il capitale sociale e del volontariato”, ha detto Draghi. Il governo farà le riforme e affronterà l’emergenza, contemporaneamente, ha annunciato Draghi. Che ha citato Cavour – “le riforme compiute a tempo invece di indebolire la società la rafforzano” – ha ringraziato il premier predecessore Giuseppe Conte – cui l’aula ha dedicato una standing ovation, qualche fischio – ha ringraziato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.

E quindi ha parlato del suo esecutivo, che ha giurato sabato scorso nelle mani del Capo dello Stato. “Si è discusso molto sulla natura di questo governo. Nel rispetto che abbiamo nelle istituzioni, un esecutivo, specialmente in una situazione drammatica, è semplicemente il governo del Paese. Non ha bisogno di altri aggettivi: riassume la volontà, la consapevolezza, questo lo spirito repubblicano che nasce in emergenza”.

Un altra considerazione sulla definizione del governo Draghi come la certificazione del fallimento della politica. “Non sono d’accordo, Nessuno fa passo un indietro rispetto alla propria identità, semmai in un nuovo e inconsueto perimetro di valutazione ne fa uno avanti per il Paese, per le imprese, per le famiglie che bene sanno quando è il momento di lavorare insieme. Prima del governo viene il dovere della cittadinanza“. E sulla durata dell’esecutivo, che alcuni vorrebbero di legislatura, altri di urgenza fino a elezione, altri prevedono finisca l’anno prossimo, quando si voterà per il Presidente della Repubblica e Draghi potrebbe puntare al Quirinale: “Non contano i giorni: i giorni del potere possono essere sprecati anche nel conservarlo”.

Draghi ha quindi parlato delle impronte che nel governo riguardano l’europeismo, l’atlantismo, “nel solco delle grandi democrazie occidentali”, “l’irreversibile scelta dell’Euro, un’Unione Europea sempre più integrata che approderà a un bilancio pubblico comune, capace di sostenere i Paesi nei periodi di recessione”. E quindi: “Fuori dall’Europa c’è meno Italia, non c’è sovranità nella solitudine“.

Draghi ha quindi parlato della valorizzazione del capitale umano, della parità di genere, del debito pubblico, “ogni spreco oggi è un torto che facciamo alle prossime generazioni, una sottrazione ai loro diritti”. Un lungo passaggio – con un’incertezza sui numeri dei ricoverati attualmente nelle terapie intensive – sui numeri della pandemia. E quindi la scuola, la necessità di riformarla, “il ritorno a scuola deve avvenire in sicurezza”, la Didattica a Distanza che soprattutto al Sud “ha incontrato le maggiori difficoltà”.

E l’ambiente: argomento centrale, anche per la nascita dell’esecutivo dopo la proposta di Beppe Grillo della creazione di un ministero della Transizione Ecologica, poi affidato al fisico Roberto Cingolani. Draghi ha citato le emergenze del dissesto idrogeologico, della cura della natura, ha citato Papa Francesco, “l’ambiente come opera del Signore”, il riscaldamento globale, “vogliamo lasciare un buon pianeta non solo una buona moneta”. Altro ministero neonato, affidato al leghista Garavaglia, quello del turismo, un’industria che ammontava al “14% pil prima del covid”.

Altra emergenza: “Il divario di genere resta tra i più alti in Europa”. Un approccio che non riguarda “un farisaico rispetto delle quote rosa” ma che richiede parità di condizioni competitive tra generi e quindi equilibrio del gap salariale. Altri passaggi sul Sud, sul lavoro, sulla tecnologia, sul piano Next Generation Eu, la connettività, la Giustizia

Vito Califano

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