Nel 2003, pubblicando Five Minutes City, Winy Maas crea uno slogan di successo che ha radici lontane (Lijnbaan, a Rotterdam, nel 1953; Strøget, a Copenhagen, nel 1972; Piano Quadro delle attrezzature a Napoli, prima grande città a immaginare la riorganizzazione di spazi e servizi in continuità pedonali nel 1974-1975) e conseguenze immediate (il Puc di Caserta, nel 2007-2020, utilizza lo stesso slogan e prevede navette ecologiche e luoghi di condensazione sociale, senza dimenticare i casi di Nordhaven, nel 2008-2017, e di Melbourne, nel 2017). Nel 2020 è la volta di Parigi, Barcellona, Milano.

Oggi tocca a Roma, dove il candidato sindaco Roberto Gualtieri promette di realizzare la città dei 15 minuti. Ormai tutte le città indicano questa logica e la pandemia non è estranea a questa accelerazione del modo di pensare al futuro. Nell’aprile 2021 Verso Napoli Città Metropolitana, 150 pagine forti di ampi contributi pluridisciplinari, ricche di immagini, a breve supportato da un video emozionale, traduce le zone omogenee di norma in enti di prossimità dove coincidano distretti scolastici, sanitari e di ogni altro tipo e che pertanto incentivino socializzazione e partecipazione. Concatenazione di parti dove tutto è vicino, ambiti pedonali ampliati fino a 2,5 chilometri tramite navette a idrogeno verde, caratterizzati da luoghi di condensazione sociale; riequilibrio territoriale teso a mitigare diseguaglianze, diffondere benessere, decarbonizzare il territorio. Agevoli rapporti funzionali: ridurre il consumo di tempo, come ridurre quello di suolo, supporta la conversione ecologica. Si tratta di porre le basi di un programma di lungo termine teso a trasformare la Città Metropolitana di Napoli in Napoli Città Metropolitana avvalendosi delle attuali possibilità di porre fine all’era dell’ignoranza ingiustificata, incentivando le trasformazioni anche con agilità normative, sfruttando la singolare predisposizione di questo territorio a diventare una “Hydrogen Valley”: ipotesi concrete entro il 2030.

Oggi il costruito deve rispondere a criteri nZEB: nulla di analogo riguarda ancora non-costruito e conversione ecologica. Non potendo ignorare l’intima relazione tra pandemie e qualcosa di quanto fin qui sembrava progresso e modernità, per le nostre città si delinea un possibile diverso futuro: compresenze di attività, densità elevate, spazi pubblici e di luoghi di condensazione sociale che rafforzino le loro identità attraverso continui adeguamenti e stratificazioni. Non più parti di città distinte o segregate, ma continuità e legami aggiuntivi a quelli delle sedi viarie, gestione coordinata delle attrezzature a scala opportuna, organizzazione e gestione attenta del suolo libero sempre più raro e dell’enorme capitale fisso preesistente. L’architettura è politica: rigenerare gli attuali ambienti della vita impone una visione visionaria”, nuove mentalità. Lo potranno fare solo comunità davvero convinte che la qualità dei loro ambienti incida positivamente su benessere, sicurezza, economia, salute, socialità, felicità.

Rigenerare, peraltro, è premessa a equità sociale e contributo all’immensa questione ambientale. Da sette anni manca una delibera del Comune che porti a far sì che il sindaco di Napoli Città Metropolitana non sia eletto dal 30% dei suoi cittadini: per questo vorremmo – e qui utilizzo uno slogan creato nella campagna elettorale romana – che i candidati sindaci si impegnassero espressamente perché il voto di ottobre porti a eleggere l’ultimo sindaco del Comune di Napoli.