Non le manda certamente a dire Ron Desantis, il giovane politico italoamericano, governatore della Florida dal 2018, laurea Yale e dottorato di ricerca ad Harvard, ex ufficiale del corpo di magistratura militare degli Stati Uniti con servizio in Iraq e a Guantanamo, che ieri ha lanciato definitivamente il guanto di sfida a Donald Trump per le prossime primarie repubblicane nella corsa alla Casa Bianca, in una discussa (e non granché riuscita) diretta Twitter con il magnate dei magnati, Elon Musk.

Di lui si dice spesso che è “meno peggio” di Donald Trump ed in parte è vero. Sicuramente ha quel senso delle istituzioni che a Trump è largamente mancato: basti solo ricordare le parole di forte condanna che già il 6 gennaio 2021 Desantis pronunciò con grande nettezza nei confronti dei rivoltosi che stavano in quelle ore assaltando il Campidoglio a Washington. E di lui vengono anche decantate le virtù di governo dell’economia, con i dati che in realtà gli danno ampiamente ragione.
Ma vediamo insieme le otto misure più controverse che, con un crescendo proporzionale all’avvicinarsi della corsa per la Casa Bianca, hanno caratterizzato i suoi sei anni da governatore della Florida, rendendolo celebre in tutti gli Stati Uniti e portandolo ad essere un idolo per l’America integralista ed oscurantista, quella con la “fissa” della lotta alla cultura woke, ma anche un vero e proprio demone per l’America progressista, quella per i diritti civili.

ABORTO

Con Ron De Santis il diritto all’aborto in Florida è ormai pressoché negato. Già nel 2022 aveva firmato una legge che limitava a 15 settimane il limite entro il quale una donna poteva decidere di abortire, ma tre mesi fa ha annunciato che, salvo i casi di stupro, questo termine sarà portato a 6 settimane, tra le proteste delle più grandi associazioni di medici. Ed è sotto la spinta di Desantis che Walgreens, la grande catena di oltre 9000 farmacie statunitensi, ha recentemente deciso di sospendere la vendita delle pillole abortive nei 21 Stati governati dai repubblicani,  con grande disappunto del (democratico) governatore della California che ha sospeso tutti i contratti in essere con l’azienda.

ARMI

Nonostante la Florida sia spesso stata teatro di stragi significative (basti ricordare il massacro alla scuola di Parkland nel 2018, con 17 morti di cui 14 ragazzi, o quello alla discoteca gay di Orlando, con 50 morti), Desantis ha pensato bene che la risposta migliore fosse aumentare la presenza di poliziotti in pensione e veterani di fronte alle scuole. Ma un mese e mezzo fa ha fatto ben di più: ha firmato una legge, che entrerà in vigore a luglio, che permette a tutti di detenere una pistola senza porto d’armi, senza quindi avere alcun permesso e senza alcun controllo di eventuali precedenti penali.

PENA DI MORTE

Come molti politici americani, a onor del vero anche non solo repubblicani, Desantis è favorevolissimo alla pena di morte, tanto da aver voluto presenziare  personalmente a ben cinque esecuzioni capitali. Nell’aprile 2023 ha però firmato una legge che riduce la maggioranza necessaria nelle giurie per condannare una persona a morte: oggi in Florida “bastano” 8 giurati su 12 per comminare la pena di morte.

MIGRANTI

Giusto qualche settimana fa Desantis ha firmato un disegno di legge sull’immigrazione che rafforza il programma di trasferimento dei migranti clandestini presenti in Florida (con uno stanziamento di ben 12 milioni di dollari) e limita i servizi sociali per gli immigrati privi di un permesso di soggiorno permanente. Del resto il governatore della Florida non è nuovo a iniziative sul tema: nel settembre scorso aveva preso 48 clandestini venezuelani e su un aereo dal Texas li aveva provocatoriamente (de)portati a Martha’s Vineyard, nel Massachusetts, per intenderci una sorta di Capalbio statunitense, luogo storico di villeggiatura dell’upper class radical chic e progressista di New York e di Boston, famiglia Kennedy in testa.

DIRITTI ELETTORALI

In barba ad ogni garantismo ed a Beccaria, Desantis ha firmato una legge che impone agli ex detenuti il pagamento di multe e tasse giudiziarie prima di poter votare. Come se non bastasse, mentre erano in corso raccolte di firme di successo su referendum per la legalizzazione della cannabis o l’estensione del Medicaid, il programma di assistenza sanitaria per persone a basso reddito lanciato da Johnson, ampliato da Obama ed ovviamene osteggiato da Desantis, il governatore della Florida ha emanato misure che le hanno rese più difficili e costose per gli organizzatori.

STUDI AFROAMERICANI

Negli Stati Uniti è in corso da molti anni la tendenza a dare vita a corsi di studio afroamericani nelle scuole e nelle università e quelle che vengono chiamate “teorie critiche della razza”, studi accademici che cioè sostengono che la razza sia una categoria socialmente costruita che viene utilizzata per opprimere e sfruttare le persone di colore. Come spesso accade a queste teorie, è vero che si è arrivati spesso ad estremizzarle, ma – al netto delle questioni che attengono alla libertà di insegnamento – è altrettanto vero che è sbagliato censurare l’insegnamento della storia dello schiavismo, del razzismo e del percorso di emancipazione e di ottenimento di diritti civili che la popolazione di colore negli anni ha fatto. Comunque sia, nel 2021 – con quello che provocatoriamente ha chiamato lo “StopWOKE Act” – Desantis ha vietato questo genere di insegnamenti e ha previsto la possibilità per i genitori di far causa ai distretti scolastici che li praticano. Divieto peraltro applicato di nuovo recentemente ad un corso di studi afroamericani. L’accetta di Desantis non ha risparmiato neppure i “DEI”, cioè quei corsi accademici che insegnano la diversità, l’eguaglianza e l’inclusione. Lo stop a qualunque tipo di finanziamento o supporto pubblico a questi corsi, che aiutano a costruire un ambiente di studio o di lavoro più inclusivo ed accogliente, è arrivato proprio qualche settimana fa.

PERSONE LGBT+

Una delle misure che lo hanno reso più celebre negli Stati Uniti è la cosiddetta legge “don’t say gay”, quella norma che cioè dal 2022 vieta agli insegnanti di parlare di orientamento sessuale ed identità di genere nelle scuole fino alla terza media e da aprile di quest’anno nelle scuole di ogni ordine e grado. La legge è stata scritta in termini così vaghi che si sta assistendo al bando da molte librerie scolastiche di parecchi libri a tematica LGBT (recente la vicenda del bando del libro “This book is gay”, una sorta di manuale per giovani LGBT): non è un caso che sia la Florida lo stato in cui recentemente una insegnante è stata licenziata per aver fatto vedere in classe fotografie del David di Michelangelo senza aver informato preventivamente i genitori dei ragazzi. La norma è stata duramente criticata negli Stati Uniti e da molte aziende storicamente gay-friendly, tra cui la Walt Disney Company. In tutta risposta, Desantis un anno fa ha firmato una legge che elimina il distretto fiscale indipendente che dagli anni ’60 regolava l’area di Orlando che ospita DisneyWorld ed ha pure minacciato di costruire vicino al complesso una nuova prigione di stato. Una battaglia legale è in corso, a seguito di una denuncia della Walt Disney Company.

CONTRO L’IDENTITA’ DI GENERE

Un’altra battaglia cui il governatore della Florida è particolarmente appassionato è la lotta contro quella che in Italia viene chiamata la “teoria del gender”. Una legge firmata da Desantis vieta a minorenni transgender di ricevere trattamenti ormonali o chirurgici per l’affermazione del proprio genere, concedendo ai tribunali la possibilità di allontanare dai genitori il figlio che li ricevesse col loro consenso, trattandoli alla stregua di un abuso familiare. Agli insegnanti è vietato usare nei confronti degli alunni pronomi diversi da quello del sesso cui appartengono dalla nascita, mentre alle autorità locali è dato il potere di ritirare la licenza agli spettacoli con drag-queen, qualora persone non adulte vi partecipassero. Un’altra legge proibisce infine alle persone transgender di usare un bagno o uno spogliatoio che non corrisponda al genere con cui sono nati quando si trovano in edifici governativi, compresi luoghi come scuole pubbliche, prigioni e università statali. E dalle parole si sta passando ai fatti: recentemente, lo Hyatt Regency di Miami si è visto ritirare la licenza di vendita di bevande alcoliche per aver ospitato uno spettacolo di drag-queen dove minorenni erano ammessi se accompagnati dai genitori.

Giornalista, genovese di nascita e toscano di adozione, romano dai tempi del referendum costituzionale del 2016, fondatore e poi a lungo direttore di Gay.it, è esperto di digitale e social media. È stato anche responsabile della comunicazione digitale del Partito Democratico e di Italia Viva