C’è anche l’Italia nella lista dei “Paesi ostili” diramata dal governo russo, rei di aver applicato sanzioni nei confronti del Cremlino dopo l’invasione da parte delle truppe fedeli a Putin della vicina Ucraina.

L’elenco è stato reso noto dall’agenzia stampa ufficiale russa Tass e tra le nazioni presenti nella “black list” ci sono i vari paesi parte dell’Unione europea che hanno deciso di colpire il regime dello Zar con durissime sanzioni economiche, oltre ovviamente alla stessa Ucraina, gli Stati Uniti, la Gran Bretagna, il Giappone, la Corea del Sud, l’Australia, la Nuova Zelanda, l’Islanda e la Svizzera, che in occasione del conflitto ha rinunciato alla sua storica neutralità per schierarsi accanto alla comunità occidentale contro Mosca.

Nell’elenco ci sono anche alcune ‘micro-nazioni’ come Andorra, Liechtenstein, Monaco, Micronesia e San Marino, che proprio con le autorità russe aveva sviluppato il vaccino anti-Covid Sputnik.

Secondo il decreto, lo Stato, le imprese e i cittadini russi che abbiano debiti nei confronti di creditori stranieri appartenenti a questa lista potranno pagarli in rubli.

In pratica i bond emessi dallo stato russo o da una qualsiasi istituzione pubblica o privata potrebbero perdere di valore, dal momento che nessuna controparte internazionale accetterebbe di essere saldata in una valuta il cui valore sta precipitando in maniera verticale. “La nuova procedura temporanea si applica ai pagamenti superiori a 10 milioni di rubli al mese (o un importo simile in valuta estera)“, aggiunge ancora la nota diffusa dalla Tass.

Nel breve comunicato si fa riferimento anche a Taiwan, definendola “territorio della Cina, ma governato dalla propria amministrazione fin dal 1949”, ennesimo assist all’alleato di Pechino che col passare delle settimane potrebbe diventare sempre più fondamentale per la fragile economia russa di fronte alle sanzioni internazionali.

Un comportamento, quello del Cremlino, che non sorprende. Già in passato dalla Russia erano state stilate delle “black list” di Paesi ostili. In particolare nel 2021 la tv di stato ne aveva presentata una più corta: al suo interno figuravano gli onnipresenti Stati Uniti, il Regno Unito, l’Ucraina, la Polonia, la Repubblica Ceca, la Georgia e il ‘trio baltico’ composto da Lituania, Lettonia ed Estonia.

Tornando all’Italia, il suo inserimento nella black listi del Cremlino era scontato alla luce delle sanzioni. A spiegarlo chiaramente è stato anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio: “Capiremo quali saranno le prossime iniziative, ora ce lo aspettavamo perché siamo tra i Paesi che dopo l’invasione russa dell’Ucraina hanno reagito con le sanzioni che stanno andando a colpire gli oligarchi, i super ricchi russi e che stanno colpendo l’economia russa“, ha spiegato il titolare della Farnesina.

Redazione

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