Fate presto” fu il celebre titolo scelto dal quotidiano “il Mattino”, all’indomani del catastrofico sisma che colpì l’Irpinia il 23 novembre del 1980. Era l’invito, alle istituzioni, ad intervenire quanto prima sui luoghi del disastro. Fate presto: lo stesso appello può essere inviato oggi affinché quanto prima venga ripristinata l’Unità di Missione “Italia Sicura, la Struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, nata durante il Governo Renzi, nel 2014 – in collaborazione con l’architetto Renzo Piano e con il coordinamento di Erasmo D’Angelis – poi smantellata nel 2018 per opera del Governo Conte.

Oggi più che mai, le immagini che arrivano dall’Emilia Romagna ci dicono quanto sia imperativa la necessità di una cabina di regia nazionale, in grado di sbloccare opere immediatamente cantierabili e di mettere in sicurezza un territorio – il nostro – sempre più fragile. Ce lo dicono eventi come la frana dello scorso autunno, che ha devastato Ischia, ce lo dimostrano storie come quella del fiume Misa, un’incompiuta nei decenni.

La prevenzione – il “grande rammendo” del Paese, per dirla con le parole dell’architetto Renzo Piano, ovvero quelle attenzioni che il Paese necessita nel suo complesso, dalle infrastrutture alle periferie fino all’ambiente – era il faro che guidava “Italia Sicura”.

Fate presto: l’accordo c’è, peraltro. Nella rassegna odierna, ben tre esponenti del Governo Meloni si dicono convinti della necessità di utilizzare i fondi già stanziati: dal Ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin, che invoca interventi tempestivi e di prevenzione, al Ministro della Protezione Civile, che punta il dito su politiche ciniche non improntate alla prevenzione, per finire con il Ministro per i rapporti con il Parlamento, Luca Ciriani,che indica l’urgenza di utilizzare fondi già assegnati per mettere in sicurezza il territorio.

Temi che da parte riformista, da tempo, vengono ribaditi e che, anche oggi, il nostro direttore editoriale, Matteo Renzi, sottolinea. “Tutto il mondo politico si sta accorgendo FINALMENTE di quale follia sia stata la chiusura dell’unità di missione “Italia Sicura”, il progetto del mio Governo con Renzo Piano e Erasmo d’Angelis”, scrive Renzi su Twitter.

“Conte – prosegue Renzi – decise di eliminare quella struttura che combatteva il dissesto idrogeologico e questo è stato l’errore più grande dei grillini, persino più grande del reddito di cittadinanza o del superbonus”.

Un errore notato anche dalla stampa: è di oggi un lungo approfondimento a cura del quotidiano “la Repubblica”, nel quale si fa presente come il disastro odierno sia anche figlio di uno stallo nell’utilizzo di fondi già stanziati. Ben 8,4 miliardi giacciono inutilizzati: il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici è fermo in un cassetto, mentre l’Emilia Romagna affronta un disastro da molti paragonato al sisma di 11 anni fa.

Che fosse un errore smantellare quella Unità, Renzi lo aveva già sottolineato, dagli scranni di Palazzo Madama: a luglio 2018, augurò al Governo Conte, allora in carica, che quel gesto – smantellare la Struttura con un decreto – non si rivelasse, in seguito, un grande rimpianto.

Rivolgo un appello al Governo Meloni: recuperate quel progetto. È l’unico modo per spendere subito i soldi che già ci sono”, scrive Renzi su Twitter. Non possiamo far altro che unirci all’appello: fate presto.

Redazione

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