Scontro tra l’aspirante sindaco, il senatore e lo scrittore
Caso Moretto, Ruotolo e de Giovanni tirano le orecchie a Manfredi
Mentre la destra va in frantumi e i partiti se le danno di santa ragione, arriva una tirata d’orecchie per il candidato di centrosinistra Gaetano Manfredi. E al centro della polemica finisce Romina, la figlia di Vincenzo Moretto, consigliere comunale uscente della Lega con un lungo passato nel Msi, ora candidata nella lista Azzurri-Noi Sud-Napoli Viva. A scagliarsi contro l’ex ministro sono due dei suoi sostenitori più convinti: lo scrittore Maurizio de Giovanni e il senatore Sandro Ruotolo. In una lettera la coppia scrive che «la figlia di Moretto in lista non è un bel vedere» e subito dopo lancia un appello chiedendo «ai candidati che sostengono Manfredi di dichiararsi pubblicamente antifascisti e antirazzisti. Per noi l’etica, la legalità, l’antimafia e la coerenza sono valori imprescindibili».
Tutto è cominciato qualche mese fa, quando Vincenzo Moretto si è detto pronto a entrare nella squadra di Manfredi. Visto il passato politico di Moretto, però, l’ex rettore ha imposto subito l’altolà: «La nostra coalizione è fondata sull’europeismo, un principio che confligge con la storia sovranista di Moretto». Parole che non hanno impedito a Manfredi di candidare la figlia del consigliere leghista. Ora non è detto che Romina debba condividere il credo politico del padre, ma è curioso che dopo il no al genitore sia comparsa lei. Perché se il trasformismo del padre non ha convinto Manfredi, il suo nome in lista ha fatto storcere il naso a due sostenitori illustri. Lo scambio epistolare ha messo in imbarazzo Manfredi che ha poi risposto a Ruotolo e de Giovanni. «A Napoli la sfida è tra noi antisovranisti, antirazzisti, europeisti e anche sì-vax e loro, che da questi valori si tengono lontano. Tanto è vero che tutti i nostri candidati, e sottolineo tutti, hanno già sottoscritto la dichiarazione che vi premurate di chiedere – ha chiarito Manfredi – Il che certifica, appunto, l’adesione a questi valori non emendabili. Mi permetto solo di aggiungere che la vostra accusa, rivolta a una singola candidata che negherebbe tali valori, non trova alcun riscontro nella realtà. Infatti, come tutti gli altri candidati, lei ha già dichiarato di essere antisovranista, antirazzista ed europeista, né sulla sua storia personale pesano ombre di alcun tipo».
Manfredi, che finora ha rifiutato il confronto con gli altri tre candidati, ci ha tenuto a rispondere a chi lo sostiene, spiegando le ragioni di una candidatura, che seppur legittima, appare al quanto curiosa. Se dietro il sì a Moretto figlia si nasconda una buona dose di furbizia da parte di Moretto padre e di Manfredi, non si può dire. Certo è, tuttavia, che questa “candidatura inaspettata” si è ritorta contro l’ex rettore. Una mossa che si è stata un boomerang, forte a tal punto da costringere il candidato sindaco a rassicurare i suoi sponsor. «Vorrei fare chiarezza, spero definitiva, sulle preoccupazioni che esternate sull’immediato futuro, cioè su quando il nostro centrosinistra governerà la città – conclude Manfredi – Parlate di potenziali ingerenze partitiche e del ritorno di vecchi arnesi della politica. Vi ricordo che, tra noi, il primo “non politico” sono io. Da sindaco opererò in piena autonomia».
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