Se Alfonso Bonafede pensava, cestinando la riforma del Csm che aveva previsto il sorteggio dei componenti togati, di aver portato dalla sua parte i magistrati, ha fatto male i conti. Il Guardasigilli rischia di essere stritolato dalla morsa delle correnti dell’Anm. Una prospettiva che dovrebbe togliergli il sonno: il destino di tutti coloro che prima di lui hanno osato contrapporsi allo strapotere dei pm, vedasi Silvio Berlusconi, è noto. L’assalto è partito questo fine settimana, all’indomani dell’approvazione in Consiglio del ddl di riforma del processo penale. Aver semplice “ventilato” la possibilità di prevedere delle sanzioni disciplinari per le toghe che non rispettano i tempi del nuovo processo penale, ha immediatamente scatenato la rappresaglia dei giudici.

Sanzioni, comunque, solo ipotizzate in quanto non vi è cenno alcuno nella proposta di riforma uscita da via Arenula l’altro giorno. «È la morte del processo penale, avrà effetti devastanti», dicono le toghe di destra di Magistratura indipendente, accusando il ministro di «non conoscere i reali problemi che affliggono il mondo della giustizia». Durissimo, invece, l’intervento dei magistrati di sinistra di Area: «Il sistema penale e processuale vigente, la mancanza di risorse umane e materiali, il degrado degli ambienti nei quali esercitiamo giustizia, chiamano alle loro responsabilità generazioni di ministri e di governi che tuttavia non avevano mai avuto l’impudenza di indicare nella magistratura la responsabile di questo sfascio, come invece è stato fatto oggi con questa proposta riforma».

Un attacco certamente inaspettato, almeno da parte delle toghe progressiste, fino a questo momento non critiche a priori nei confronti dei grillini. Quando si trattò, infatti, di votare il vice presidente del Csm, i togati di sinistra puntarono sul professore Alberto Maria Benedetti, scelto sulla piattaforma Rousseau, e non sul responsabile giustizia del Pd, poi eletto, David Ermini.
Cosa succederà nei prossimi giorni è difficile prevederlo. La campagna elettorale per il rinnovo dell’Anm, le elezioni sono previeste fra un mese, amplificherà la scontro fra le correnti alla ricerca di visibilità. Tornano in mente le parole che Francesco Cossiga disse a Clemente Mastella alla vigilia del suo giuramento come Guardasigilli: «Ti consiglio di evitare quell’incarico, ma se proprio non potrai farne a meno guardati bene dal proporre una riforma della Giustizia anche vagamente attinente ai principi dello Stato di diritto. Viviamo in una Repubblica giudiziaria, se ti azzardi a minacciarne gli equilibri quelli ti arrestano e buttano via la chiave».