“Il premier britannico Boris Johnson dice no alla coercizione dei britannici per ottenere percentuali più alte di vaccino perché, come tutti i liberali e i conservatori, crede che le persone vadano informate e accompagnate e non ingannate e ricattate. È la differenza tra chi, come noi, considera il popolo fatto di cittadini e chi, come la sinistra e il ‘Governo dei migliori’, li tratta alla stregua di sudditi. In Italia, invece, siamo al paradosso: o firmi il consenso informato assumendoti la responsabilità di una vaccinazione che di fatto ti viene imposta, oppure tolgono il pane dai denti a te e ai tuoi figli. Questo non è obbligo: è estorsione di Stato” scrive su Facebook il presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni commentando le nuove disposizioni decise dal governo per fronteggiare l’epidemia di Covid-19.

Dove sono finiti i liberali di questa Nazione? – si chiede Meloni – Dove sono finiti i paladini della Costituzione? Possibile che stiano tutti in silenzio, piegati dalla paura? Perché qui il tema non è più il vaccino: il tema è verso quale tipo di società stiamo andando. Io non intendo vivere sotto un modello para-cinese e voglio dare battaglia perché sui diritti e sui principi non intendiamo mediare con nessuno”.

Anche il fondatore del M5s, Beppe Grillo, attacca la gestione dell’obbligo vaccinale facendo un bilancio sui due anni di pandemia in un post sul proprio blog da titolo ‘Onere o obbligo?’. “Le strategie adottate da gran parte dei paesi occidentali sono deludenti. In primo luogo – aggiunge – la delusione deriva dal fatto che “quasi nessuno di essi ha adottato una strategia di contagi zero o tendenti allo zero, sopportando costi sociale ed economici molto superiori a quelli dei paesi che la hanno adottata”.

“Si sono limitati a puntare tutto sulle vaccinazioni – prosegue Grillo -, quando è ormai evidente che questa sola strategia non possa bastare”. Inoltre, spiega, “hanno sottovalutato le implicazioni delle restrizioni sia sul piano di diritti umani che sono capisaldi delle democrazie liberali, sia sul piano dei loro metodi di attuazione, che ben avrebbero potuto rispettare meglio la libertà di scelta degli individui e delle organizzazioni e delle comunità a cui fanno capo”.

Essere soggetti a controlli del governo centrale, e ancor più a trattamenti sanitari obbligatori, evoca immagini orwelliane che pesano molto psicologicamente – aggiunge infine Grillo -. Viceversa, lasciare decidere alle organizzazioni e/o alle comunità quali misure adottare appare nel pieno spirito di un ordinamento liberale e democratico. Senza contare – scrive – che la quasi totalità di queste organizzazioni e comunità finirebbe probabilmente per adottare misure ben più restrittive di quelle che potrebbero essere ragionevolmente adottate da un governo centrale”.

Riccardo Annibali

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