Verde pubblico, trasporti, decoro urbano. L’elenco delle criticità lasciate in dote dalla vecchia amministrazione comunale è lungo. Scendono in campo anche gli architetti. Già durante la campagna elettorale avevano indirizzato un documento in cui venivano analizzati i problemi e indicate possibili soluzioni. «Dopo dieci anni di amministrazione che, per usare un eufemismo, non ha portato la città molto avanti ci auguriamo che la nuova amministrazione dia attenzione a una serie di temi che secondo noi sono strategici per il buon funzionamento e per la vivibilità della città» spiega il professor Leonardo Di Mauro, ordinario di Storia dell’Architettura e presidente dell’Ordine degli Architetti di Napoli.

«Gli architetti devono avere una voce in capitolo, non più alta di quella degli altri ma ci devono essere» aggiunge Di Mauro sottolineando l’importanza che nel dialogo sul futuro della città e della sua vasta provincia vi sia spazio anche per le proposte dei professionisti architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori. «Napoli – osserva – deve diventare capitale del Mediterraneo. Da parte nostra c’è l’esigenza di investire nella rigenerazione urbana della fascia costiera che sta avvenendo a discapito del resto della regione, per citare un esempio». Quello della zona costiera è infatti uno dei temi strategici. «C’è una densità abitativa sulla costa che si scontra con il deserto abitativo che c’è nell’area interna della regione – spiega il professor Di Mauro -. Al tempo stesso c’è necessità di puntare sul risanamento dell’ambiente, sull’alleggerimento della densità dell’edilizia abitativa, su una maggiore attenzione ai problemi del traffico. Sui trasporti – aggiunge – siamo in una situazione veramente singolare: il trasporto su ferro che pochi altri centri potrebbero vantare non funziona e se non lo si rende moderno è come se non ci fosse. E se guardiamo al trasporto marittimo viene da chiedersi come sia possibile che in un golfo come quello di Napoli, che dovrebbe essere attraversato continuamente da barche che vanno in tutte le direzioni, non ci siano collegamenti adeguati. Il trasporto è per lo più via terra e il nostro territorio perde attrattività».

Dai trasporti alle industrie e al verde pubblico. «C’è da riconvertire il sistema produttivo: se non ci sono più industrie si investa sulla tecnologia, sulla tecnologia avanzata e sui sistemi non inquinanti – propone Di Mauro – Quanto al verde pubblico serve un’attenzione che coinvolga tutte le competenze. Infine, beni culturali e patrimonio monumentale andrebbero valorizzati: oggi i monumenti esistono solo sulla carta, in città sono inaccessibili». Il quadro è ampio e i professionisti dell’Ordine degli architetti, pianificatori e paesaggisti si sono detti disposti a mettere in campo le proprie professionalità per il futuro e della città. Gli architetti di Napoli hanno condensato in un documento il loro focus sulle criticità su cui intervenire: «Il grave disavanzo economico di circa tre miliardi di euro accumulatosi nell’ultimo decennio; la macchina amministrativa depauperata della risorsa umana di dipendenti e mezzi; il decentramento amministrativo mai compiuto tra Comune e Municipalità; la necessità di allineare piani e progetti alle misure, agli investimenti e alle riforme del Pnrr; il ruolo di Napoli come capitale euromediterranea; l’esigenza di invertire l’attuale tendenza alla densificazione urbana della fascia costiera e desertificazione della gran parte della Campania; l’urgenza di contrastare la dittatura armata della criminalità organizzata sul territorio».

Per gli architetti, il degrado ambientale e il degrado sociale sono gli aspetti complementari del sottosviluppo economico e culturale attuale della città e della sua area metropolitana nonostante l’ingente e straordinario patrimonio di stratificazione storica e la bellezza naturale e paesaggistica che sopravvive al disordinato sviluppo edilizio. «Il paesaggio e il buon governo della città richiamano al dovere di amministrare con rigore e parsimonia le risorse collettive senza sprechi e nella direzione del recupero prudente dell’esistente. La crisi sanitaria non ancora superata, che ha imposto il distanziamento e l’obbligo vaccinale per riprendere le attività lavorative ed economiche in sicurezza, ha anche impietosamente dimostrato l’errore commesso con la teorizzazione e la realizzazione della densificazione urbana e della rigenerazione con incrementi di superfici e cubature superando ogni esigenza di riequilibro regionale e territoriale nella distribuzione di servizi e valori urbani nella salvaguardia dell’armatura urbana storica così ricca e pregevole in particolare nell’ambito della Città Metropolitana».

Accanto alle criticità, ci sono proposte: «Le attuali 10 Municipalità potrebbero essere articolate in relazione ai quattro principali sistemi che caratterizzano Napoli: 1) la Città Stratificata; 2) le Città Crateri Occidentali; 3) la Città Orientale della Piana Alluvionale del Sebeto, del Volla, del Fosso Reale e dei Torrenti provenienti dalle pendici del Vesuvio; 4) la Città Settentrionale, dal rilevato dei Camaldoli a quello di Capodichino, oppure, quantomeno, essere coordinate nelle scelte di pianificazione e trasformazione urbana da specifici uffici tecnici e manager territoriali. Analogamente per la Città Metropolitana i 92 Comuni dovrebbero tradursi in un’architettura amministrativa articolata in Comprensori – Aree omogenee che rispecchiano le vocazioni ambientali-paesaggistiche: 1) Penisola Sorrentina, 2) Vesuvio, 3) Piana Nolana, 4) Piana Acerrana, 5) Campi Flegrei, 6) Isole. I Progetti integrati urbani previsti dal Pnrr devono partire dalla riorganizzazione delle infrastrutture del trasporto, dei servizi e degli interventi di riqualificazione urbana e recupero in relazione ai sistemi che caratterizzano Napoli».

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Napoletana, laureata in Economia e con un master in Marketing e Comunicazione, è giornalista professionista dal 2007. Per Il Riformista si occupa di giustizia ed economia. Esperta di cronaca nera e giudiziaria ha lavorato nella redazione del quotidiano Cronache di Napoli per poi collaborare con testate nazionali (Il Mattino, Il Sole 24 Ore) e agenzie di stampa (TMNews, Askanews).