Una scelta di comunicazione precisa ed efficace quella scelta dalla premier Giorgia Meloni durante la sua visita nelle zone colpite dall’alluvione. “Non è il momento di fare passerelle” ha risposto la leader di Fratelli d’Italia per giustificare il diniego dato ai giornalisti di seguirla durante le visite nelle case inondate, mentre stringeva mani e parlava con la popolazione. Un momento che in realtà tutti i leader politici hanno sempre considerato perfetto per farsi immortalare dai fotografi.

Eppure di foto della Meloni ne sono circolate parecchie. Atterrata in anticipo all’aeroporto di Forlì direttamente dal Giappone, reduce da un G7 non privo di polemiche, è arrivata nelle aree sconvolte della Romagna appena in tempo per placare la furia di chi stava iniziando a scalpitare, non vedendola arrivare prima, per dare sostegno agli alluvionati.

Dall’aeroporto ai territori colpiti non ci sono immagini ufficiali. Una mossa di comunicazione studiata e realizzata. Nessun giornalista a rincorrerla per strapparle al volo una dichiarazione, nessun fotoreporter a cogliere gli attimi migliori o peggiori della visita. Niente. Solo, sembra, un fotografo ufficiale di Palazzo Chigi.

I maligni dicono anche per evitare di immortalare un po’ di fischi e contestazioni che potevano arrivare in una terra, quella romagnola, non esattamente feudo del centrodestra.

Pari fra i pari. La Presidente del Consiglio che scende dalla poltrona per donarsi completamente ai cittadini. Si perché la Meloni invece appare in una quantità infinita di immagini realizzate direttamente dalle persone. Tutti l’hanno immortalata e lei ha lasciato fare. Camicetta verde, capelli legati, struccata. Tutto studiato, niente lasciato al caso. Apparentemente sola, senza scorta, donata in tutto e per tutto al popolo. Una strategia comunicativa che sicuramente sortisce gli effetti desiderati.

E per quanto si possa essere distanti dalle posizioni politiche della Premier, non si può non ammettere che la Meloni sta imbroccando un successo comunicativo dietro l’altro. Anche durante il G7 davanti a Trudeau che la attacca criticando l’arretratezza dell’Italia in tema di diritti, lei se l’è cavata bene. E non a livello di numeri o dati. L’Italia, ad esempio,  risulta al 34esimo posto nella tutela delle persone Lgbtq+  Lei però è uscita dall’impasse solo con una mimica facciale alquanto eloquente.

La Meloni in Emilia ha mostrato empatia, vicinanza. Certo servono i provvedimenti per la nostra Italia disastrata e sofferente ma alla fine le popolazioni colpite avevano anche bisogno di sentire la presenza sul campo della politica e non una presenza distante, scortata da energumeni con auricolare che stanno allerta per captare qualsiasi focolaio di contestazione. In Emilia la Meloni è stata semplicemente Giorgia. Una donna, una madre. Una Giorgia che ha però l’autorità di prendere decisioni importanti, ma che prima si sporca di fango senza paura solo qualche ora dopo aver stretto la mano ai leader mondiali.

Anche se potrebbe sembrare, nulla in tutto questo è casuale. La politica è un po’ come la televisione, quello che sembra vero non è comunque mai lasciato al caso. Impedendo ai giornalisti di seguirla, Giorgia ha distrutto l’immagine del leader potente che visita le vittime. Tanto, quelle immagini riprese dai cittadini, sarebbero sicuramente state riprese dai giornalisti in mancanza di immagini ufficiali.

E adesso è il momento concreto di fare qualcosa. Dopo la visita, Meloni è volata di nuovo a Roma dove oggi alle 11 si terrà una nuova riunione del Consiglio dei ministri chiamato a prendere i primi urgenti provvedimenti a sostegno delle zone alluvionate dell’Emilia-Romagna. All’ordine del giorno del Cdm – come spiega palazzo Chigi – ci sarà un decreto-legge con i primi stanziamenti e con la sospensione o proroga dei termini fiscali, contributivi, giudiziari.

Le prime risorse, ha infatti spiegato il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in occasione del sopralluogo nelle zone alluvionate, “saranno per l’emergenza e per tutti i provvedimenti necessari ad esentare le aziende e i cittadini dal pagamento delle imposte”. Il decreto del governo potrebbe valere almeno cento milioni, per garantire i soccorsi, gli interventi per le scuole, le strade provinciali, la messa in sicurezza dei Comuni dalle frane e i primi aiuti all’agricoltura.

Giulio Pinco Caracciolo

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