La guerra dei talk show
“Giornalisti e opinionisti a libro paga di Putin nelle tv italiane”, il sospetto e le audizioni del Copasir

Alcuni opinionisti e analisti invitati in televisione per parlare della guerra in Ucraina scatenata dall’invasione russa potrebbero far parte di “un’operazione di disinformazione organizzata e pensata a monte da uomini del governo russo”. O almeno è questa la teoria che ha spinto il Copasir (il Comitato Parlamentare per la Sicurezza della Repubblica) a programmare delle audizioni sulla questioni. Opinionisti e analisti a libro paga del Presidente russo Putin: questa la teoria e il sospetto.
Il Comitato ha quindi programmato per mercoledì 11 maggio l’audizione del direttore dell’Aisi Mario Parente, per giovedì 12 maggio quella dell’amministratore delegato della Rai Carlo Fuortes, per il 18 maggio quella del presidente dell’Agcom Giacomo Lasorella. La notizia è stata riportata in un articolo del quotidiano La Repubblica.
I principali sospetti sono rivolti alla giornalista russa Nadana Fridrikhson, spesso ospite di Carta Bianca di Bianca Berlinguer su Rai3 e di diverse trasmissioni su La7. La giornalista era stata definita “funzionaria del ministero della Difesa russo” da parte del deputato del Partito Democratico Andrea Romano mentre il deputato di Italia Viva Michele Anzaldi aveva proposto di sollevare il suo caso in commissione di Vigilanza Rai e al Copasir.
Altro discorso sarebbe quello di Vladimir Solovyev, giornalista della tv russa Rossija, ultra milionario amico di Putin. Si parte tuttavia a ragionare dal bando in Italia dei siti Russia Today e Sputnik, network di propaganda russa. “Se si è deciso di chiuderli per una questione di sicurezza nazionale, per quale motivo permettiamo che altre persone pagate da Mosca vengano a portare gli stessi concetti alle nostre tv”, ha riferito al quotidiano una fonte dell’intelligence.
Le audizioni si concentreranno sul management e sulle presunte liste di contatti che qualcuno, forse in Ambasciata, fornisce alle televisioni italiane. E quindi sulle scelte degli ospiti in trasmissione, su chi suggerisce o raccomanda un profilo piuttosto che un altro. Non una questione di contraddittorio quanto piuttosto di legami diretti con il Cremlino. Sotto la lente c’è poi una circostanza che riguarda proprio i palinsesti. Il primo maggio scorso sono infatti andate in onda due interviste: quella al ministro degli Esteri Sergej Lavrov su Rete 4 e quella a Solovyev su La7. Entrambi sanzionati dall’Unione Europea.
Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione europea per le politiche di sicurezza, aveva definito l’agenzia russa Sputnik e il quotidiano Russia Today come delle “armi nell’ecosistema di manipolazione del Cremlino” che “bombardano le menti e gli spiriti: l’informazione è il combustibile della democrazia. Se l’informazione è di cattiva qualità, anche la democrazia è di cattiva qualità”. Da settimane si parlava delle regole per i talk show e per evitare di invitare giornalisti “a libro paga” del governo di Mosca.
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