Chi l’ha sentito, ha immediatamente pensato a Silvio Berlusconi: «Se sarò eletto, nel primo mese di mandato chiederò che il pedaggio sulla tangenziale di Napoli venga cancellato». Ad annunciarlo, stavolta, non è stato l’ex presidente del Consiglio, che in passato ha promesso l’abolizione dell’Ici prima e dell’Imu poi, ma Catello Maresca, candidato sindaco di Napoli per il centrodestra. Il magistrato è indietro nei sondaggi. Lo sfidante di centrosinistra Gaetano Manfredi sarebbe a un soffio dalla vittoria al primo turno e l’outsider Antonio Bassolino è dato in costante rimonta.

Davanti al rischio di non arrivare nemmeno al ballottaggio, Maresca che fa? Semplice: rispolvera l’armamentario tanto caro a moderati e liberali che in passato ha premiato Berlusconi, a cominciare dall’abolizione di tasse e balzelli vari. Ecco perché la promessa di Maresca richiama alla mente quella che il Cavaliere fece agli italiani nel 2006, nel corso di un faccia a faccia televisivo con lo sfidante Romano Prodi. «Aboliremo l’Ici su tutte le prime case», disse Berlusconi che poi concesse il bis sei anni più tardi, quando annunciò l’abolizione dell’Imu in caso di un suo ritorno a Palazzo Chigi dopo la breve parentesi di Mario Monti. Va detto che al presidente di Forza Italia gli annunci non portarono bene. Sia nel 2006 sia nel 2013, infatti, gli elettori non lo premiarono e la reconquista del governo sfumò. Maresca avrà migliore fortuna? Staremo a vedere.

Nel frattempo, un dato è certo: la strategia politica e le promesse del pm con ambizioni da sindaco cancellano, una volta per tutte, il presunto carattere civico del suo progetto per Napoli. Dopo la bocciatura di quattro liste della sua coalizione da parte della commissione elettorale prima e del Tar poi, Maresca ha capito che le sue aspirazioni personali e il suo programma di rilancio della città sono appesi a un filo. E quel filo è evidentemente rappresentato dai partiti di centrodestra. Non tanto dalla Lega, la cui lista pure è stata ricusata, ma soprattutto da Forza Italia e da Fratelli d’Italia. In mancanza delle due civiche che portano proprio il suo nome, spetta ai due principali partiti politici della coalizione il compito di trascinare il pm verso il successo o, almeno, verso il ballottaggio.

Di qui  il cambio di rotta: se all’inizio della campagna elettorale il magistrato dichiarava di “fottersene” dei simboli dei partiti e sottolineava il carattere civico del suo impegno per Napoli, ora quegli stessi partiti li ringrazia, li accarezza, li blandisce. È successo già venerdì scorso, durante la presentazione del programma, quando Maresca si è detto addirittura riconoscente verso Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia. Poi, intervistato dai giornalisti del Mattino, il magistrato che coordinò le indagini che portarono all’arresto del boss Michele Zagaria ha fatto capire di sentirsi vicino alle formazioni politiche che compongono la sua coalizione. E ora il cambio di rotta si vede non solo nel linguaggio, ma anche nei contenuti.

La promessa dell’abolizione del pedaggio della tangenziale rende Maresca più “berlusconiano” che mai. Et voilà, ecco l’ennesimo miracolo della politica: un pm d’assalto che finisce per ispirarsi all’uomo che da anni rappresenta uno dei bersagli preferiti delle Procure italiane. Succede anche questo in quel mare in tempesta che è la politica napoletana di oggi.

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Classe 1987, giornalista professionista, ha cominciato a collaborare con diverse testate giornalistiche quando ancora era iscritto alla facoltà di Giurisprudenza dell'università Federico II di Napoli dove si è successivamente laureato. Per undici anni corrispondente del Mattino dalla penisola sorrentina, ha lavorato anche come addetto stampa e social media manager prima di cominciare, nel 2019, la sua esperienza al Riformista.