Casini e Draghi? Nomi che “vanno benissimo” per il Quirinale. Un ipotetico scambio di voti, con Italia Viva in campo per l’ipotesi Casellati al Quirinale e Renzi al suo posto come presidente del Senato? “Io queste cose non le faccio, è un ipotesi che non esiste”.

Parola di Matteo Renzi, intervenuto questa mattina sul caos della politica al terzo giorno di trattative sul presidente della Repubblica. Il leader di Italia Viva ha rilanciato fortemente infatti il nome dell’attuale premier Mario Draghi per il Colle, con un trasferimento da Palazzo Chigi al Quirinale.

Per il senatore di Firenze infatti “Draghi sarebbe una garanzia per tutti” ma “va benissimo Casini, ma quale che sia il nome facciamo in fretta, chiudiamola entro venerdì”. Quanto alla tenuta del governo in caso di convergenza su Draghi, Renzi non crede all’impasse dovuta alle trattative sull’esecutivo: “Se Salvini, se la maggioranza parlamentare si convince su Draghi al Quirinale, il governo si fa in un minuto e mezzo“, assicura infatti l’ex premier ricordando che il Parlamento “non vuole andare a votare.

La necessità comunque è quella di chiudere quanto prima la partita del Quirinale, con Renzi che ha ribadito di augurarsi una scelta “con la più ampia maggioranza” per trovare “un arbitro per i prossimi sette anni”. Ma soprattutto Renzi rilancia un tema a lui molto caro, quello del presidenzialismo: “Mi auguro che questo sia l’ultimo arbitro eletto così e che nel 2029 gli italiani possano votare direttamente con il presidenzialismo“.

Quanto al rapporto col segretario del Partito Democratico Enrico Letta, dopo il muro comune alla candidatura di Franco Frattini al Colle, Renzi spiega: “Tra me e Letta non è cambiato niente, c’è stato momento politico insieme per evitare maggioranza gialloverde su nome non atlantico (Frattini ndr). Poi Conte non l’ho sentito, mi basta abbia parlato con Enrico”.

Secondo Renzi, che fa una ‘previsione’ sulle prossime mosse dei partiti, alla quarta votazione prevista giovedì “il centrodestra potrebbe vedere se ha la maggioranza sulla Casellati, ricostruendo magari una maggioranza gialloverde. Ma allora il centrosinistra farebbe un controblitz, magari con una maggioranza giallorossa. Ma il Presidente della Repubblica non si elegge con le gomitate. Il gioco a contendersi i resti dei 5 Stelle non va bene“.

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Romano di nascita ma trapiantato da sempre a Caserta, classe 1989. Appassionato di politica, sport e tecnologia